Il Ratto di Ganimede, gruppo scultoreo nel Museo di Palazzo Grimani

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Il Ratto di Ganimede. Museo di Palazzo Grimani

Il Ratto di Ganimede, gruppo scultoreo nel Museo di Palazzo Grimani

Ovidio riferisce nelle sue Metamorfosi che “Giove, invaghito delle attrattive di Ganimede, riponeva ogni sua felicità nel piacergli, e il suo amore gli avrebbe fatto bramare d’esser tutt’altro che il padrone degli dei. Frattanto, senza cercare d’infingersi, assume forma e figura dell’augello che porta la folgore, fende i cieli, e rapisce il giovane Frigio, il quale, a dispetto della gelosa Giunone, mesce oggi il nettare alla mensa degli dei“.

Gli autori invece che vogliono dare una origine storica ai fatti mitologici narrano che Ganimede, figlio di Toante e di Calliroe, era d’una singolare bellezza; che avendolo il padre suo spedito con numeroso seguito in Lidia per offrire un sacrificio a Giove Tantalo, che li tenne per spie, li fece imprigionare.

Il giovane Troiano morì di dolore per esser così diviso dal genitore; e siccome venne riferito che il giovane principe era stato arrestato nel tempio di Giove da un guerriero che aveva un’aquila per emblema, così il popolo credette che fosse stato rapito dall’uccello di Giove.

(1) Museo della pittura e della scultura. Firenze Paolo Fumagalli 1837

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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