Il Giardino, il leone e la colonna di Capo Sunio di Casa Busetto, all’Angelo Raffaele

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Il Giardino di Palazzina Briati, all'Angelo Raffaele - Dorsoduro

Il Giardino, il leone e la colonna di Capo Sunio di Casa Busetto, all’Angelo Raffaele

I locali all’inizio di Fondamenta Briati adibiti a fabbrica di cristalli Briati, nel 1855 vennero acquistati da Angelo Busetto, che adornò la casa e il giardino con sculture di sua proprietà, tra le quali una colonna proveniente da Capo Sunio con sopra un leone ottocentesco (di piccole dimensioni).

La colonna, qui ricomposta, presenta oggi solo cinque degli otto rocchi che la componevano in origine. Portata a Venezia nel 1826 dal Viceammiraglio Comandante Superiore di Marina e della Veneta Squadra in Levante, Amilcare Marchese Paolucci, costituiva il peristilio del tempio di Poseidone, in quei tempi creduto di Minerva, a capo Sunio, un promontorio dell’Attica.

Inizialmente le parti furono conservate all’Arsenale, sembra in previsione di un loro utilizzo a fine monumentale, ma furono pochi anni dopo, nel 1830, ricomposte nel giardino di palazzo Erizzo, proprietà immobiliare di Paolucci. Nello specifico, secondo la cronaca di Cicogna, le parti furono ricomposte dall’ingegner Giovanni Casoni, anch’esso come Paolucci, funzionario dell’Imperial Regia Marina del Regno d’Italia durante la dominazione austriaca, il quale fu oltre che tecnico anche bibliofilo, storico e archeologo. Lo stesso Cicogna riporta che i rocchi che non poterono essere utilizzati, furono impiegati, forse rilavorati, come basamento della colonna stessa.

Nel 1862 la colonna fu acquistata da un commerciante veneziano, Angelo Busetto Bubba che la fece trasportare nell’attuale collocazione, ossia nel giardino della sua abitazione insieme con una piccola raccolta di antichità. Le iscrizioni scolpite sui rocchi testimoniano i nomi e le date delle navi di passaggio a Capo Sunio. (1)

(1) http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/Home.action

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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