Parrocchia di San Salvadore

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1585
Chiesa del Santissimo Salvatore vulgo San Salvador - San Marco

Parrocchia di San Salvadore

Località Lo spazio abbracciato da questa Parrocchia faceva parte una volta delle Isole Realtine, che stendevano il loro nome sino alla Piazza di San Marco, la quale pure, nei documenti antichi, figura in Rialto. Ampliata poi la Città, questo nome fu circoscritto al Campo, o Piazza, oltre il Ponte di Rialto, ed agli Edìlizi alla Chiesa di San Jacopo circostanti.

Chiesa

FondazioneDicesi eretta nel VII secolo; si annovera fra le Chiese fondate per esortazione di San Magno. Le famiglie Carosii e Gattolosi concorsero alla spesa del suo innalzamento. Papa Alessandro III venuto a Venezia per la riconciliazione col Barbarossa, consacrò questa Chiesa nel 29 agosto 1177. Dunneggiata dalle fiamme, il Priore Gregorio Fioravanti ebbe cura di riedilicarla nel 1182. Nel 1267 fu in essa riposto, con grande solennità, il sacro corpo del Martire San Teodoro, dal Ponto qui trasferito, a cura delli Giacomo e Marco Dauro. Intorno a quell’epoca, il Priore Benedetto decorò di ricca Tavola d’argento dorato l’Altar maggiore, sul quale tuttor la si ammira, qual monumento della condizione delle arti di quella età. Gravi e frequenti controversie agitarono la Parrocchia di questa Chiesa; dovettero più volte i Pontefici usare dei loro poteri onde acquietarle. La Chiesa intanto, cadente per vetustà, venne riedificata intorno al 1534: Giorgio Spaventa ne diede il modello. Tullio Lombardo lo riformò, e anche J. Sanaovino ebbe parte in quella ricostruzione. L’Edificio scarseggiando di luce nellalto, Scamozzi vi pose rimedio con alcune lanterne aperte nelle sue cupole. Ricco altare s’innalzò a San Teodoro, ove, in nobile urna, fu riposta quella sacra reliquia nel 15 dicembre 1648, con intervento del Doge e del Senato. La Facciata, d’ordine Corintio, mal corrisponde alla interna eleganza; è opera del Longhen, o forse del Sardi, nel 1663. Sino dal 1635, il Priore del Cenobio aveva ottenuto il titolo di Abate; copriva quell’ufficio Gioan Alberto de Grandis, quando la nuova chiesa in consecrata nel 30 marzo 1789 dal Patriarca di Venezia Francesco Antonio Correr. Ammirabile è questo Tempio per la maestà dell’interna struttura, per la ricchezza dei marmi, e per la preziosità dei dipinti e delle sculture. Fra gli eleganti Mausoléi che vi si trovano eretti, si annoverano quelli della Regina di Cipro Catterina Comaro, e di tre Cardinali di quella illustre prosapia, Marco, Francesco, ed Andrea.

Parrocchia

La sua istituzione rimonta all’origine della Chiesa, quindi figura fra le più antiche Parrocchie della Città. Nel secolo XII, Bonfiglio Zuato, che ne sosteneva la cura delle anime, abbracciò, col suo Clero, l’ordine dei Canonici Regolari di Sant’Agostino, e lo introdusse solennemente nella sua Chiesa il giorno 5 maggio 1141, lo che fu sancito dai Pontefici Innocenzo II ed Eugenio III. Conservarono i Regolari l’esercizio dei parrocchiali diritti sino alla loro soppressione, dopo la quale fu istituito il Pievano. Per la concentrazione del 1810 subì alcune riforme di Circondario: le si aggiunse la parrocchia, allora soppressa, di San Bortolammeo, e porzione della conservata Parrocchia di S. Luca.

Chiostro

La religiosa famiglia dei Regolari, stanziata presso la Chiesa, occupava un Chiostro chiamato Canonica. Riedilìcato ed ampliato più volte, venne finalmente a bella forma condotto nella prima metà del secolo XVI sopra disegno di Pietro Lombardo, e con alcune riforme di J. Sansovino che vi diè compimento. Ora e convertito in Caserma.

Chiese nel circondario di questa parrocchia attualmente ufficiale

San Bortolammeo. Sussidiaria. Si reputa eretta nell’840, e dedicata a San Demetrio di Tessalonica. Nel 1071 sotto il Doge Domenico Selva, fu ricostruita, e a San Bortolammeo Apostolo intitolata. Era parrocchiale sin dall’origine, però talvolta momentaneamente soggetta alla giurisdizione dei Canonici di San Salvatore. Ciò diede causa a controversie che poi si composero. Nell’anno 1342 con bolla Pontificia del 1 agosto questa Chiesa fu assoggettata al Patriarca di Grado, che nominava un Vicario perpetuo per il suo governo. Tale diritto passò poi nel Patriarcato di Venezia succeduto a quello di Grado: nel 1525 sursero nuove questioni promosse dai Parrocchiani, le quali si troncarono dalla Pubblica Autorità; e mantenuto il Patriarca di Venezia nel suo diritto di nominare il Parroco col titolo di Vicario, la Chiesa conservò costantemente il suo carattere di Parrocchiale sino alla già mentovata concentrazione, eseguita sotto il cessato Governo italiano. Rifabbricata più volte, ebbe l’attuale sua forma nel 1725: l’elegante suo Campanile fu alzato nel 1747.

Chiese secolarizzate

Scuola di San TeodoroSorge a canto del Tempio di San Salvatore grandioso Edificio chiamato Scuola di San Teodoro. Questo Santo, Patrono di Venezia nei suoi primordi, ebbe una Confraternita di devoti che poi si disciolse; ma quando nel 1267 la di lui sacra spoglia fu qui recata, e in San Salvatore deposta, la Confraternita si ricompose, e dal Senato riconosciuta nel 1450, fu nel 1552 annoverata fra le sei Scuole Grandi della Città. lnnalzò indi, per i suoi religiosi esercizi, questo Edificio magnifico sopra disegno del Longhena o del Sardi. Dopo la soppressione delle Confraternite, fu convertito ad usi diversi: ora vi è custodito il Museo del sig. Sanquirico.

Località meritevoli di particolare menzione.

Ponte di Rialto. La testa meridionale del Ponte sorge in questa Parrocchia, la quale stende la propria giurisdizione sino alla metà del suo Arco. Non occorre ripetere quanto già esposto riguardo ad esso Ponte, né ciò che si è detto intorno all’Isola di Rialto, e alla sua denominazione.

Fondaco dei Tedeschi. Sulla destra di chi monta la suddetta testa del Ponte, si apre una breve Calle, alla cui estremità sorge un quadriforme Edificio chiamato Fondaco dei Tedeschi, già destinato ad uso dei negozianti che procedevano dalla Germania, nel quale tenevano e fondachi e stanza. Eretto sino dai primi secoli di Venezia, si riedificò nel 1506 con robusta e semplice architettura di Fra Giocondo da Verona. Racchiude oltre 200 stanze; ha 512 piedi di perimetro. I due principali Prospetti, l’uno respiciente il Canale, l’altro la Calle ove è aperto magnifico ingresso, serbano ancore traccie dei dipinti e fresco di Tiziano e del Giorgione. Si trova ora stabilita in questo Edificio la Regia Dogana, e vi risiedono il Regio Fisco Centrale, la Regia Direzione del Censo, ec., la Regia Intendenza delle Finanze ed altri pubblici Uffici.

Palazzo Manin. Piccola Calle rimpetto al tempio di San Salvatore mette a questo Palazzo. Il nobile suo Prospetto s’innalza sulla sponda del Canal Grande: eretto dal Sansovino, fu riformato nello scorso ultimo secolo dal Selva negli inteml suoi quarti. Appartiene alla Patrizia famiglia dell’ultimo Doge Lodovico Martin. In uno dei suoi appartamenti e riposta la cospicua Galleria di pitture del Sig. Barbini. (1)

(1) ANTONIO QUADRI. Descrizione topografica di Venezia e delle adiacenti lagune. Tipografia Giovanni Cecchini (Venezia, 1844)

Parrocchia di San Salvadore dall’Iconografia delle trenta Parrocchie – Pubblicata da Giovanni Battista Paganuzzi. Venezia 1821

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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