L’Ospizio del Volto Santo dei Lucchesi

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Rio Terà de la Madalena e Sotoportego del Volto Santo. Sestiere di Cannaregio

L’Ospizio del Santo Volto dei Lucchesi

Storia dell’ospizio

I Lucchesi, che vennero nel secolo XIV in gran numero a Venezia, ove perfezionarono, se non introdussero, l’arte della seta, acquistarono dai padri Serviti, con istrumento 6 settembre 1398, in atti prè Lorenzo Foscarini, “un terreno vachuo meso in la contrada de S. Marchuola, lo qual è per mezo la chiexia oltre lo rio“, allo scopo d’erigere un’aula per le loto adunanze, e dieci case a ricovero dei poveri della propria nazione. In quest’aula si scorgevano diversi quadri contenenti la storia del Volto Santo di Lucca, opera di Pietro Ricchi, posti invece di quelli di Nicoletto Semitecolo, andati a male per vetustà.

Gli edifici dei Lucchesi, i quali portano sul prospetto l’immagine del Volto Santo*, ed attualmente sono conversi in private abitazioni, bruciarono miseramente nel 1789, avendosi appreso fuoco terribile ad alcuni magazzini da olio, posti vicino alla chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato vulgo San Marcuola, ed essendo venute giù le fiamme a gala sopra l’acqua del prossimo canale. Un anno dopo gli edifici medesimi si rifabbricarono, e due iscrizioni vi si leggono sopra a documento del fatto. (1)

(*) L’immagine del Volto Santo rappresentava per i Lucchesi di Venezia il simbolo della loro città, era l’immagine ricavata dal Cristo ligneo conservato nel duomo di San Martino di Lucca.

(1) Giuseppe Tassini. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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