Le chiavi di volta del Palazzo Grimani a San Luca, nel Sestiere di San Marco
Questa mole, che spira grandezza e magnificenza, e porta quasi l’impronta del genio che seppe unire la militare fortezza alla civile magnificenza, si palesa di per sè opera del Sanmicheli.
Chiamato da Girolamo Grimani, padre di Marino doge, ad offrire il disegno di questo palazzo ed a presiedere alla sua esecuzione, egli vi corrispose da suo pari, quantunque l’area, bensì vasta, ne fosse sommamente irregolare, vinse l’arduo ostacolo mercè le industrie di un artificioso e saggio ripartimento.
La facciata sul canal grande sorge in tre ordini corinti; e l’eccelso atrio, in tre porticati diviso da due file di ampie colonne, composte ognuna di tre intercolunni, presenta a chi viene a quell’approdo una scena imponente.
Il Temanza accusa di arbitri quell’architetto che ha ultimato quest’opera, giacchè fatalmente l’autore premorì al suo termine. Il poggiuolo del primo piano, non del tutto puro e corretto nei suoi ornamenti, potrebbe essere opera posteriore alla morte del Sanmicheli. (1)
Sulla facciata del palazzo Grimani, prospicente il Canal Grande, sono infisse sette chiave di volta; una sull’arco del portale d’acqua con una testa di uomo barbuto, e sei chiavi di volta sopra gli archi del primo e del secondo piano nobile con teste di uomini e donne.
(1) Venezia e le sue lagune. Volume II. Stabilimento Antonelli 1847
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