Le campane del Campanile di San Marco

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1856
Il Campanile, la Piazza e la Piazzetta di San Marco.

Le campane del Campanile di San Marco

Nei vecchi documenti veneziani le campane di San Marco si trovano citate per la prima volta tra il 1156 e il 1172 sotto il dogado di Vitale Michel. Così sappiamo che le campane erano di una forma speciale chiamata Gotica nella quale il diametro era quasi uguale tanto nella bocca quanto nella testata, come si vede oggi nell’antica campana di Sant’Alipio all’estremo angolo a sinistra della Basilica di San Marco.

Nel principio del cinquecento, con la nuova loggia campanaria costruita da Piero Bon, le campane erano quattro di dimensioni e di forma moderna, se ne aggiungeva una piccola nel 1569 che si usava in casi di eccezione, e non mai di concerto con le altre, e un’altra nel 1678. (2)

La custodia del Campanile di San Marco era tenuta da un cittadino originario postovi dalla Dominante con stipendio onorevole, decreto del Maggiore Consiglio del 23 settembre del 1569, e questi vi destinava uomini pagati, i quali suonavano la campane nei giorni stabiliti e alle ore determinate. Gli orari dell’ora di terza, di mezzogiorno e di mezzanotte erano variabili a seconda del mese dell’anno.

Le campane erano sei: quattro erano le consuete, e si chiamavano la Grossa, la Mezzana, la Sottomezzana, e la Piccola; le altre due erano, una trasferita dal Regno di Candia (il Campanon de Candia) (a), e l’altra quella che suonava il segno di morte per le condanne capitali (del Malefizio o dei Giustiziati). In questo campanile non si suonava mai né a rintocchi, né a campanò (rintocchi a festa), ma sempre a distesa. In occasione però di pubblici incendi si suonava la campana Grande in misto.

Sul far del giorno si suonavano i mattutini con tutte e quattro le campane; e una volta si apriva la Basilica di San Marco, ma questo uso venne abbandonato. La prima campana che suonava la mattina, si chiamava la Marangona, ed era la campana Grossa; questa invitava gli operai pubblici al lavoro (marangoni erano detti i falegnami) lavoratori dell’Arsenale, aprendosi in tal ora la Basilica di San Marco.

La mezzaterza si suonava con la campana Sottomezzana, e questa invitava ad aprire l’Avogaria. Quando si udiva suonare una campana insolita (era quella del Malefizio) tra la Marangona e la Mezzaterza, era segno che in quel giorno si eseguiva una sentenza di morte. 

La Terza (alle nove) si suonava con la campana Grossa, ed era segno di poter eseguire le sentenze dei Tribunali sia Civili che Criminali. La Sesta (mezzogiorno) si suonava con la campana Mezzana, e questa dava il segno agli operai pubblici di andare a desinare.

Dopo il mezzogiorno suonava la campana Piccola, che si chiamava Dietronona, e questa dava il segno ai mercanti di portarsi a Rialto, e suonava soltanto nei giorni feriali, quando dietro detta campana suonava la campana Mezzana, questa invitava i Pregadi al Senato per il dopo pranzo.

Il Vespero (al tramonto) venivano suonato con tutte quattro le campane, all’ora dell’Ave Maria (dopo il calar del sole) suonava la campana Grande, e questa dava segno di smettere i pubblici lavori, e suonava solo nei giorni feriali.

All’ora una di notte suonava la campana Mezzana; era segno che le guardie devevano essere ai loro posti. All’una e mezza suona la campana Sottomezzana, era segno di spedire le lettere per Rialto. Alle due ore suonava la campana Grande, e dava il segno della partenza della barca di Padova, e le guardie cominciavano il loro esercizio. Alla mezzanotte suona la campana Mezzana, e questa dava il segno espresso alle guardie di girare all’intorno la Piazza di San Marco.

Quando dopo l’Ave Maria della sera suonava la campana Piccola, era segno che nella mattina seguente si radunava il Minor Consiglio. Nella mattina del Minor Consiglio suonavano nove segni con la campana Grande, e questi invitavano i sei Consiglieri, e i tre Capi della Quarantia Criminale. Di là a poco suonava la campana Piccola, che invitava tutti i nobili al Maggiore Consiglio; questa si chiamava la Trottera, dal trottare, cioè dal camminare con sollecitudine sulle mulette per portarsi al Consiglio.  

Ogni mercoledì innanzi Terza suona il doppio, perchè i Canonici di San Marco si portavano in processione nella Piazza, come una volta in tal giorno scendeva il Dogę alle visite dei Magistrati, e si accompagnava con loro in processione.

Ogni prima domenica di mese nella mattina suonava il doppio, perchè i sacerdoti di San Marco portavano il Venerabile ai carcerati. Si suonava il doppio per tre giorni nella morte dei Papi, dei Dogi, dei Procuratori di San Marco, del Cancelliere grande, degli Ambasciatori, dei Patriarchi, del Primicerio, e dei Canonici di San Marco. Si suonava anche il doppio per tre giornate nella creazione dei Pontefici e dei dogi. Si suonava parimenti il doppio ad ogni processione che si faceva in Piazza, ma si doveva avere la  licenza dal Serenissimo.

Per intonare la festa dell’Ascensione, la festa del Protettore San Marco, come pure per tutte le sagre della Ducale Basilica, si suonano le campane per due giorni anticipati. I! cenſio di Cristo, e di San Pietro Orseolo Doge, suona il doppio tutto il giorno. Qualunque volta che sua Serenità appare pubblicamente nella piazza, si suona il doppio. Si suona il doppio anche quando accadono pubblici funerali. (1)

Caduta la Repubblica, e trasferito il patriarcato dalla Basilica di San Pietro alla ducale Chiesa di San Marco, il patriarca Saverio Gamboni rinnovò nel 1802 tre delle vecchie campane con altrettante di maggior grandezza. Ma dopo dieci anni si dovettero tutte rifondere per dar loro una perfetta armonia di suono, e così sparirono per sempre tutta e cinque le antiche campane che avevano per tanti secoli suonato sulle lagune la grandezza dela Repubblica. (2)

Il 14 luglio 1902 il campanile crollava, fortunatamente senza fare vittime, dal crollo si salvò la campana maggiore mentre le  altre vennero distrutte. Rifuse in un’apposita fonderia nell’Isola di Sant’Elena furono benedette dal cardinale Cavallari, patriarca di Venezia, nel 1909 e riposte nella cella campanaria nel campanile ricostruito.

(a) Portata via dalla torre pubblica di quella città e messa sul campanile nel 1678 per ordine del doge Luigi Contarini. Nella notte del 25 aprile 1722 il Campanon cadde, staccato dalle sue treccie, inoperoso, abbandonato, dimenticato sul piano della cella.

(1) Bortolo Occhi Narrazione storica del Campanile di San Marco di Venezia. Venezia 1755 e Giovanni Malgarotto IL GAZZETTINO, 30 giugno 1926

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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