Le poverette del Palazzo Ducale
Erano dodici poverette, tutte attempate. Un particolare privilegio del doge dava loro diritto di stendere la mano anche nel palazzo ducale.
Per la frequenza dunque del popolo, ma ben più per la conoscenza dei vecchi padroni, e per quell’illimitato maneggio che sapevano fare (erano femmine più scaltre di uno zingaro) quotidianamente riempivano le loro saccocce di denari in sovrabbondanza, in modo che vivendo in una vera agiatezza eran povere soltanto di nome, e non diventavano povere di fatto se non quando ordini nuovi si sostituirono ai vecchi della repubblica.
Ma non cessò di questuare una certa Marcolina, sola sopravvissuta alle sue sorelle, assai vecchia, cenciosa, schifosissima, si vedeva girare ancora, quasi ombra, per quelle logge, per quelle scale, lamentandosi del destino della sua repubblica, e chiedendo l’obolo al forestiere. (1)
(1) Fabio Mutinelli. Lessico veneto, compilato per agevolare la lettura della storia dell’antica Repubblica di Venezia. Tipografia di Giambattista Andreola, Venezia 1852.
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