Scuola dell’Arte degli acquaviteri e dei cafetieri, sotto l’invocazione di San Giovanni Battista

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Campo San Stin. Sestiere di San Polo

Scuola dell’Arte degli acquaviteri e dei cafetieri, sotto l’invocazione di San Giovanni Battista

L’Arte degli acquaviteri e dei cafetieri riuniva coloro che si occupavano della vendita della acquavite, del ghiaccio, del caffè e della cioccolata.

La Scuola si costituiva nel 1618 senza avere una sede propria, e solo nel 1637 la costituisce nella chiesa di San Stin (Santo Stefano prete), e nel 1648 i confratelli decisero l’acquisto di un altare nella chiesa stessa. Nel 1750, con 40 voti a favori e 6 contrari, l’assemblea dei confratelli decise di prendere in affitto un locale a Rialto per conservare i registri, i libri e le carte della scuola. Nel 1751 venne stabilito che nel giorno del titolare si dovesse dare a tutti “un santo di carta” al posto di quello in pergamena, risparmiando così 20 ducati, con i quali si facevano celebrare 12 messe per ogni confratello defunto. (1)

La Scuola era sottoposta a diverse magistrature di controllo: i Giustizieri Vechi, i Provedadori sopra la Giustizia Vechia (disciplina ed economia), i Governadori a le Intrade (dazio sul caffè e sul ghiaccio) il Colegio a la Milizia da Mar (gravezza pubblica).

Esisteva a Venezia anche un “Fontego de l’aqua vita” situato in un edificio posto all’incrocio tra il rio dei Greci e il rio di San Provolo. Sul retro dell’immobile vi era una corte, un piccolo orto ed un pozzo, mentre le stanze interne erano dotate di fornelli per distillare l’acquavite.

Oltre all’esclusiva di poter vendere al minuto l’acquavite e il caffè, l’arte era anche autorizzata a vendere il ghiaccio e soprattutto il rosolio, un elisir liquoroso ricavato dai petali di rosa, fabbricato a Venezia secondo una ricetta originaria della Dalmazia. (2)

Una legge del 4 ottobre 1759 stabiliva che i caffè in città non devono superare il numero di 206, e in particolare a San Marco e San Polo il numero di 98, quali cioè che già esistevano. Nel 1773 quest’arte contava 764 addetti così suddivisi: 103 garzoni, 242 lavoranti, 319 capimastri, ripartiti in 218 botteghe aperte, 6 banchetti, 30 posti chiusi e 155 inviamenti. (3)

(1) GASTONE VIO. Le Scuole Piccole nelle Venezia dei Dogi (2012).

(2) https://live.comune.venezia.it/it/2018/12/aquavitieri-e-cafetieri

(3) AGOSTINO SAGREDO. Sulle consorterie delle Arti Edificatrici in Venezia (Venezia, Naratovich, 1857).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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