L’Osteria della Campana, a San Matteo di Rialto, nel Sestiere di San Polo

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Calle de l'Osteria de la Campana vista dal Campo de la Pescheria. Sestiere di San Polo

L’Osteria della Campana, a San Matteo di Rialto, nel Sestiere di San Polo

Era chiamata l’osteria della “Campana“, apparteneva come fondo alla famiglia del cronista Sanudo ed era antichissima osteria a Rialto della quale si ha memoria fin dal 1341. Dalla cronaca di Marin Sanudo, manoscritta della raccolta Cicogna sappiamo: “che hera in Pescaria nova et era picciol luogo ma dava più di ducati 250 di fitto ogni anno, che hera cossa meravilgliosa et questo per esser in bon sito“.

Nel gennaio del 1507 l’osteria della “Campana” ebbe grande notorietà cittadina e fu in occasione delle nozze di una figlia di Leonardo Grimani con Alvise Morosini appartenente alla compagnia della Calza denominata “Eterni“. Il banchetto nuziale per la spilorceria tanto del Grimani quanto del Morosini riuscì molto meschino, e gli Eterni, dopo avere fatto parecchi guasti in casa Grimani, pensarono di vendicarsi percorrendo il 26 gennaio tutta la città con due bacini d’argento portati dai fratelli Stefano e Domenico Tagliacalze, celebri buffoni, fra lazzi, satire e buffonate chiedendo la questua per cenare all’osteria della “Campana” e rifarsi della fame patita in casa Grimani. Seguito da molti lo scherzo, anche per dispetto ai Grimani notoriamente spilorci, si raccolsero parecchi denari e alla sera vi fu banchetto grande alla “Campana, con piffari et canti“.

Il 10 gennaio 1514 scoppiò a Rialto un grandissimo incendio ed alle prime voci fu un grande accorrere di gente e di proprietari di stabili fra i quali, racconta il Sanudo, “io Marin Sanudo, fo di missier Lunardo, vi consi per aver parte in l’hostaria di la Campana, di la qual trago el viver mio“. Ma il povero Sanudo ebbe la fortuna di veder salva la sua osteria e difatti nel 1533 la lasciò in eredità alla figlia.(1)

Anche dopo la caduta della Repubblica l’osteria della Campana continuò a funzionare ma ormai in gran decadenza, era allora modesto alloggio di mercanti di pesce e venditori di polli, finché venne chiusa e ridotta ad abitazione privata, meno i locali terreni che servirono a magazzini di botteghe.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 7 ottobre 1924.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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