Un quartetto femminile, nel decadente Settecento veneziano

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Pietro Longhi. La toilette della dama. Galleria dell'Accademia Venezia

Un quartetto femminile, nel decadente Settecento veneziano

Erano quattro patrizie tra le più belle, le più spiritose, le più galanti nell’epoca decadente della fine del Settecento. Un velenoso epigramma correva per la città a dipingere tutte e quattro quando passeggiavano sulla Riva degli Schiavoni seguite da un codazzo di giovani patrizi:

Lucieta la bela, La Sorda so sorela, La Trona, la Benzona E qualche altra buzarona

Lucieta era la figlia del farmacista Fantinati ai Carmini, moglie del patrizio Nicolò Foscarini, la Sorda era un’altra figlia del Fantinati moglie del conte Zanetti, la Trona era la famosa Cecilia Tron e la Benzona la Marina Querini Benzon figlia di Antonio Querini.

La più bella appariva Lucieta Foscarini; la più spregiudicata la Marina Benzon detta la biondina, colei per la quale fu scritta “La biondina in gondoleta” amante del poeta Lamberti; la più spiritosa era la Cecilia. Ella non curandosi di salvare le convenienze, al frizzo rispondeva col frizzo; al teatro San Benedetto, oggi Rossini, c’era un grande spettacolo e Cecilia, impegnata altrove, vendete il suo palchetto a caro prezzo, tanto che, narra il Ballarin nelle sue lettere, corse l’epigramma:

Brava la Trona La vende el palco Più caro della mona.

La Cecilia sorridendo risponde: “Gavè razon, perché questa, al caso, la dono“.

Adoperava molto belletto che le veniva dalla Francia in costosi barattoli, ed un giorno montando in gondola, al barcaiolo che con malizia le diceva: “Che bela ziera che la ga zelenza“, rispose subito: “Lo so, sior macaco, ma la me costa cara sta ziera“.

Tutte quattro riunite rappresentavano la vita spensierata, allegra e galante della Repubblica di allora, ma se erano bersaglio a frizzi ed epigrammi, avevano però la simpatia di molti.

Le xe quatro zoje” dicevano gli ammiratori, “Su la cassa da morto de la Repubblica“, borbottava Giorgio Pisani, il più forte agitatore delle nascenti idee liberali. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 19 novembre 1925

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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