I graffiti all’interno del Fontego dei Tedeschi; le insegne dei mercanti, e le scacchiere da gioco

0
4168
Canaletto. Fontego dei Tedeschi. Metropolitan Museum di New York

I graffiti all’interno del Fontego dei Tedeschi; le insegne dei mercanti, e le scacchiere da gioco

Le relazioni commerciali tra Germania e Venezia avevano una tradizione da lungo tempo stabilita; l’area tedesca infatti, formava il retroterra naturale e lo sbocco del commercio veneziano d’oltremare. Segno tangibile dell’interesse con cui la Repubblica seguiva l’incremento degli scambi commerciali tra Venezia e Germania, fu la costruzione del Fondaco dei Tedeschi intorno al 1225.

Il Fondaco fin dagli inizi fu destinato esclusivamente ai tedeschi. Del primo edificio bruciato nel 1318 non si sa pressoché nulla, probabilmente era di due piani con un muro di cinta. Il nuovo edificio esistente fino al 1505, era composto anch’esso di due piani suddivisi in 56 stanze e in un numero imprecisato di depositi. Era un edificio a due blocchi con due cortili interni. Il 27 gennaio 1505 il Fondaco dei tedeschi venne distrutto totalmente da un incendio; la mercanzia fu danneggiata e i mercanti dovettero alloggiare altrove in una casa di Gerolamo Lippomano dal Banco.

Nell’agosto del 1508 il nuovo Fondaco venne inaugurato, i lavori di ricostruzione durarono circa tre anni e mezzo, e il costo complessivo ammontò a più di 30.000 ducati. Con la caduta della Repubblica il monumentale edificio fu privato da ogni sua funzione, quei pochi mercanti che vi erano rimasti si ritirarono nella casa di un loro connazionale ai Gesuiti. A quella napoleonica succedette la dominazione austriaca che non fu meno dannosa della precedente e lasciò quel glorioso fabbricato in uno stato di completo abbandono. Nel 1900, dopo aver ospitato numerose amministrazioni fiscali, il Fondaco diveniva sede della Direzione provinciale delle poste e telegrafi. L’Ente eseguì lavori di ristrutturazione e consolidamento con molto tatto e molta professionalità in particolare gli interventi del 1938. Infine ceduto nel 2008 al gruppo Benetton, venne sottoposto a un nuovo intervento di recupero statico e funzionale, sotto la direzione artistica dell’architetto olandese Rem Koolhaas, per la sua riconversione in centro commerciale, che è stato aperto al pubblico il 1 ottobre 2016.

Numerose sono le incisioni, che ancora oggi si possono riscontrare all’interno del Fondaco, ne sono state individuate 183, localizzate su tutte le colonne, ripiani, finestre, muri, facciate, zoccoli, etc. La maggior parte di questi incisioni sono costituite da simboli e in certi casi accompagnati dalle lettere iniziali dei mercanti del tempo.

I segni sui ripiani di marmo sono incisi in modo casuale, vi è un numero molto significativa di croci, e diverse scacchiere del gioco della “tria”, specialmente al secondo e terzo piano, dove probabilmente si cercava, più che altrove, di far passare il tempo. (1)

L’origine del gioco della tria sembra essere molto antica, databile addirittura attorno al 1400 a.C. Esemplari di tavole per questo gioco sono stati ritrovati in tutto il mondo: nelle rovine della città di Troia, siti sepolcrali dell’Età del Bronzo, inciso sulle tavole delle navi vichinghe, all’Acropoli di Atene. Per molti è un semplice schema di gioco, per alcuni un simbolo magico legato anche ai Templari, la “triplice cinta” rappresenterebbe i tre gradi delle iniziazioni misteriche, ma anche le tre cinte di mura druidiche dei Celti, della capitale di Atlantide o della Gerusalemme celeste.

A Venezia un altro esempio di scacchiera di tria si può vedere, su una panca di marmo, all’ingresso della Scuola Grande di San Rocco.

(1) FERDY HERMES BARBON. I segni dei mercanti al Fondaco dei Tedeschi

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.