La grida contro un patrizio avaro, dalla Piera del Bando a Rialto

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1807
Campo San Giacomo de Rialto - Sestiere di San Polo

La grida contro un patrizio avaro, dalla Piera del Bando a Rialto

La compagnia degli Eletti, una delle tante sezioni della famosa compagnia della Calza, aveva fra i suoi soci sier Zaccaria Vallaresso di sier Zuane della contrada di San Moisè “zovene molto richo ma molto avaro“.

Era costume fra gli Eletti di approfittare di qualunque solennità per fare un po’ di baldoria, e così avendo la nobildonna Laura Vallaresso, sorella di Zaccaria e moglie di un Badoer, partorito il 19 gennaio 1499 un bel bambino, fu invitato sier Zaccaria ad offrire una cena per essere “venuto barba de uno fantolino de cà Badoera“. Zaccaria, ai patrizi Piero Donà, Gasparo Gritti e Agostino Mafetti che gli portavano l’ambasciata, rispose con un reciso rifiuto e quelli allora gli annunciarono che la cena si sarebbe fatta lo stesso a tutte spese della Compagnia, ritrovo “l’osteria di lo Sturion a Rialto a hore venti di quel zorno“. Il giovane Vallaresso non comparve, ma gli Eletti non vi badarono e la cena riuscì superba: prelibate vivande e grande allegria.

Il giorno dopo i tre caporioni Donà, Gritti e Mafetti si recarono in Palazzo Ducale e sier Donà, preso da parte il comandadore Zuane Cassela, usciere ducale che gridava i bandi, così gli parlò: “Tre ducati per vu se gridè doman sto bando a Rialto et si no el gridè trenta bastonade“, e gli mise in mano una carta.

Il 21 gennaio era di domenica: a Rialto c’era mercato; una gran folla si pigiava intorno alle botteghe, quando dall’alto della scala del Gobbo squillò la tromba del comandador coperto dal solito berretto rosso. La folla accorse curiosa a sentire e il comandador lesse: “In nomine se santo Marco la exelentissima compagnia de li Eletti ordina che ser Zacaria Valaresso di la contrà di Santo Moisè, qual homo avaro et di poco cervello sia bandio di la compagnia et paghi ducati trenta, et se non paghi a chi lo bastonerà sia dato tre ducati di taia da la dita comagnia” e chiudeva il bando con le solite formule di rito. Ridevano tutti e rideva anche lo stesso comandador, ma non rise più quando nello stesso giorno fu chiamato dal doge Agostino Barbarigoqual li fe’ un grande rebuffo et li fe’ tuor di testa la beretta rossa“.

Zuane tra il pianto esclamava: “Serenissimo l’era trenta bastonade si non bandiva!” ma il doge fu inflessibile, lo fece cacciar dalla sala “et lo privoe di comandador a exempio di altri non publicasse tal cose“.

Ma non era finito e il Consiglio dei Dieci condannava a tre anni di confine all’Isola della Scala, in provincia di Verona, i tre patrizi Piero Donà, Gasparo Gritti e Agostino Mafetti. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 8 aprile 1927.

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Piera del Bando, Campo San Giacomo de Rialto, Piera del Bando, Piera del Bando, Sotoportego del Banco Giro, Calle del Sturion, Calle del Sturion.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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