La Madonna del Ponte Scarpa e le streghe, a Chioggia

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La Madonna col Bambino di Ponte Scarpa - Chioggia

La Madonna del Ponte Scarpa e le streghe, a Chioggia

Madonna col Bambino (modulo affine a quello della “Glikophilousa”). La Vergine a mezza figura sorregge alla sua sinistra il Bambino vestito. Tabernacolo quadrato con tettoietta piana, sorretta da mensole su semicolonnine con capitelli a fogliame. (1)

La leggenda del capitello sulla facciata della casa ai piedi del Ponte Mustaceti, ora Ponte Scarpa, casa di proprietà dei vecchi fratelli Boscolo Bisi, passata poi a fratelli Battagini, ai fratelli Ballarin Stilli, oggi infine del signor Vianello Attilio Pellestrinotto. Si narra che i primi proprietari dell’abitazione andavano a teatro e incaricando la donna di servizio che li aspettasse. La donna finiti i lavori di casa, si mise a mangiare semi di zucca per passatempo allorquando le si presentò un gatto. Bonariamente la donna disse al gatto “vustu magnare le seme co’ mi?“. Il gatto le rispose “damene, che te farò compagnia“. La donna, tutta sbigottita disse “sestu un gato, xel demonio o un’anema?“. E fece per prendere un legno e colpirlo, ma il gatto visto il pericolo fece per scappare, ma la porta e le finestre erano chiuse. Allora con la testa fece un buco nella posizione in cui i padroni, per ricordo del fatto. fecero costruire il capitello. Questo è quanto che i nostro vecchi dell’ottocento raccontavano. In questi ultimi anni il proprietario Vianello Attilio Pellestrinotto ha levato quella Madonna perché si diceva che era di pregio, ma fu obbligato a rimetterla.

Nella tradizione popolare il gatto è una sembianza della strega e si introduce nelle case per portar via i bambini infanti. (2)

(1) ALBERTO RIZZI. Scultura esterna a Venezia. (VENEZIA, Filippi Editore).

(2) PAOLO MANCARELLA, PIER GIORGIO TIOZZO GOBETTO. I Capitelli Votivi. Arte popolare nella calli e nel territorio di Chioggia (Piove di Sacco, 2017)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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