Parrocchia di San Simeone Profeta vulgo San Simeon Grando

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Chiesa di San Simeone Profeta vulgo San Simeon Grando - Santa Croce

Parrocchia di San Simeone Profeta vulgo San Simeon Grando

Località Anche questa Parrocchia occupa uno spazio in quel gruppo d’isolette che componevano l’antico circondario chiamato Luprio, Lupao, od Orio.

Chiesa

Fondazione Si reputa eretta del 967 dalle famiglie Ghisi, Aoldo e Brioli. Sotto la Mensa dell’Altar maggiore si custodisce il Sacro corpo del Santo titolare, quì trasportato nell’anno 1205 da due Veneti cittadini che lo trassero dalla Cappella di Santa Maria, contigua alla Basilica di Santa Sofia di Costantinopoli, e ne fecero dono a questa Chiesa. Asseriscono alcuni, che il Corpo del Profeta San Simeone sia venerato in Zara; ma vi ha ragione di credere, che quella sacra reliquia appartenga ad altro Santo dello stesso nome, e non al Profeta. Difatti, quello di Zara fu colà trasferito circa 75 anni dopo il traslato di questo di Venezia: d’altronde il primo è intatto, il secondo manca di alcune membra, e fra le altre di un braccio, il quale è fama essersi donato da un Imperatore d’Oriente a Carlo Magno, che lo depose nella sua Cappella in Aquisgrana. A tergo della Mensa suddetta scorgesi una iscrizione con caratteri del secolo XIV, da cui si rileva, che nel 1517, alla presenza di alcuni Vescovi, il corpo del Santo Profeta fu estratto da un antico avello di greco marmo, e riposto più dignitosamente nel sito ove ora giace. In varie epoche, anche da noi lontane, questa Chiesa venne rifabbricata, e tuttavia conserva traccie della antica sua condizione a moderno ristauro innestate: alcuni segnali additano, che circa sei pollici al disotto del suo pavimento, ve ne ha un altro il quale è intessuto di fini marmi, e di qualche bronzo. La più recente sua consecrazione rimonta al 15 luglio 1596, celebrata dal Vescovo Marsilio dei Marsilii. Questo tempio chiamasi volgarmente San Simeon Grande, per distinguerlo dall’altro, poco lontano, dedicato ai Santi Apostoli Simone e Taddeo-Giuda, detto San Simon Piccolo, il quale anticamente era di piccola dimensione, e se ora presentasi di maggior mole, ciò avvenne dopo l’ultima sua rifabbrica nel secolo XVIII.

Parrocchia

La sua istituzione si reputa contemporanea all’innalzamenmento della Chiesa primitiva, nè si adducono ragioni per eccepire questa tradizione da secoli stabilita. La riforma del 1810 le assegnò più largo circondario: furono ad essa aggregate, porzione della conservata Parrocchia di San Giacomo dall’Orio, tutta la soppressa Parrocchia di San Simon piccolo, alcune contrade di San Giovanni Battista Decollato, e una estesa frazione di Santa Croce, Parrocchie tutte allora soppresse. Ebbe però in quella circostanza lo smembramento di poche abitazioni, che dall’antico suo circondario passarono in quello della vicina Parrocchia di San Giacomo dall’ Orio.

Chiese nel circondario di questa parrocchia attualmente ufficiate

Santi Simone e Taddeo Giuda. Da un’antica pergamena scoperta sotto la Mensa di un Altare al momento dell’ultima rifabbrica di questa Chiesa, potè arguirsi, che la primitiva sua fondazione rimonti al secolo IX, ed abbia avuto il merito d’innalzarla la famiglia Brioso. Gli escavi occorsi per la suddetta riedificazione fecero altresì apparire tre pavimenti di materia e manifattura diversa, l’uno sovrapposto all’altro in poca distanza, pruova non dubbia di ripetute ricostruzioni, od almeno di radicali restauri. Fondata tradizione assicura, che nel 21 giugno 1271 si sia celebrata la sua consecrazione, la quale però non sembra essere stata quella del tempio primitivo. Nel secolo XVIII il sacro edificio, logorato dal tarlo del tempo, minacciava rovina; quindi nel 1718 fu necessario di demolirlo, ma nei successivi anni 20 venne ricostruito nell’attuale sua forma elegante di piccolo Panteon. Merita encomio Giovanni Scalfarotto che ne fu l’architetto, il quale seppe allontanarsi dalle goffe maniere allor dominanti. Ebbe poi nuova consecrazione nel 27 aprile 1738 da Gasparo Negri Vescovo di Città-Nuova nel l’Istria. Soppressa la Parrocchia nel 1810, la Chiesa divenne sussidiaria di San Simeone Profeta.

Gesù, Maria e Giuseppe. Chiesa sacramentale delle Monache Eremitane Servite. Angela Maria, e Lucia sorelle Pasqualigo, trasferitesi da Venezia a Candia collo zio paterno che di esse avea preso cura, entrarono nel Monastero di Santa Catterina in quell’isola. Reduci dopo alcun tempo alla patria, fondarono presso il Campo della lana un piccolo Ospizio con annesso Oratorio, per la prima volta ufficiato nel 25 febbraio 1623. Unitesi alle fondatrici molte altre divote, edificarono e stabilirono ivi un nuovo Monastero, abbracciando la regola di Sant’Agostino, dappoi approvata da Papa Innocenzo X con Bolla 1 luglio 1647. Colpito anche questo Cenobio dalla generale soppressione, e ridotto ad altri usi, fu poi, sotto i religiosi auspici dell’attuale Governo, restituito alla originaria sua destinazione, e divenne Chiostro di Suore Eremitane Servite, le quali ristabilirono la ufficiatura della Chiesa che vi è congiunta.

Chiese soppresse

Scuola dei Laneri. Serviva alle riunioni de tessitori di pannilani, molti de quali abitavano in quel dintorni, e producevano nelle loro officine gran copia di finissime manifatture. Soppresse le Corporazioni, questo locale fu convertito ad abitazione privata.

Località meritevoli di particolare menzione.

Rio Marin Questo Canale scorre dinnanzi la Chiesa di San Simeone Profeta, e la sua linea retta lo addita opera dell’arte piuttostochè della natura: si crede infatti escavato per ordine di Marino Dandolo, da cui sembra aver preso il nome di Rio Marin.

Palazzi

Gradenigo Questo maestoso Edificio sorge sulla sponda del suaccennato Canale, e appartiene all’illustre famiglia dei Conti Gradenigo da cui uscirono quattro veneti Dogi. Fra questi si è segnalato quel Pietro che, nel 1297, fece adottare la tanto famosa Legge che ha riformata l’antica costituzione, sostituendo all’originaria Democrazia l’Aristocrazia ereditaria. Esso Doge seppe anche domare la ribellione di Bajamonte Tiepolo. Adiacente al Palazzo si stende ampio Giardino, intorno al quale si può girare in carrozza a 4 cavalli, come praticavasi sino alla fine dello scorso secolo, avendosi eretta all’uopo nel Giardino medesimo una magnifica scuderia.

Cappello Apparteneva a questa Patrizia famiglia quel Cav. Antonio Cappello il quale, sedendo Ambasciatore presso Luigi XVI. di Francia, avvisò il suo Governo, sin dall’anno 1788, delle inquietudini che minacciavano grave esplosione in quel regno, e lo esortò a prendere caute misure onde resistere allo sconvolgimento che ne potea ridondare in tutti gli Stati d’Europa; delle quali cose ho parlato nell’Epoca VIII del mio Compendio di Storia Veneta. Non sarà forse mal gradito ai lettori se scrivendo su avvenimenti alla mia vita contemporanei, lascio memoria d’avere avuto l’onore di conoscere di persona, nella prima mia gioventù, codesto celebre diplomatico, del quale serbo tuttavia rimembranza per i gravi discorsi che, reduce dalla Francia, solea tenere conversando famigliarmente, i quali manifestavano come sino dal 1790 egli era presago della fine infelice di quel monarca, e della discesa delle armi francesi in Italia.

Emo-Diedo Lungo la fondamenta di San Simon Piccolo s’innalza un palazzo con colonne e frontispizio di marmo, proprietà Diedo, di ragione una volta della famiglia di Angelo Emo ultimo valoroso Grande-Ammiraglio della cessata Repubblica, le cui alte gesta si trovano esposte nella epoca VII del suaccennato mio Compendio di Storia. Mancato a vivi quell’eroe nell’isola di Malta, l’anno 1792, mentre sosteneva il comando della veneta flotta nei mari d’Africa, la salma di lui trasferita in Venezia fu tumulata nel tempio dei Padri Serviti, e deposta ivi in marmoreo avello scolpito dal primo istitutore di Canova, vale a dire dal Ferrari-Toretti. Demolito il tempio, quelle ceneri col sarcofago si trasportarono nella chiesa di San Martino, e di là in quella di San Biagio, Parrocchiale della regia Marina, ove tuttora si custodiscono. La Repubblica, emulando la liberalità dei congiunti dell’estinto, volle a proprie spese innalzargli altro Monumento a mezzo di celebre artista che accoppiasse alla propria l’immortalità del prode Capitano. Questo parto del genio del sommo Canova fu inaugurato in una sala d’armi dell’I. R. Arsenale, ove fa chiara mostra dei differenti segnalati ingegni di due cospicuissimi Veneziani (1)

(1) ANTONIO QUADRI. Descrizione topografica di Venezia e delle adiacenti lagune. Tipografia Giovanni Cecchini (Venezia, 1844)

Parrocchia di San Simeone Profeta vulgo San Simeon Grando dall’Iconografia delle trenta Parrocchie – Pubblicata da Giovanni Battista Paganuzzi. Venezia 1821

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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