Pozzo in Piazzale San Nicolò, al Lido di Venezia

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Pozzo in Piazzale San Nicolò al Lido di Venezia

Pozzo in Piazzale San Nicolò al Lido di Venezia

Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica divisa in quattro settori. Base: rotonda. Copertura: lastra metallica convessa.

Il campazzo davanti alla chiesa ed al convento di San Nicolò del Lido si trovava il celebre pozzo da tutti conosciuto e chiamato il pozzo di San Nicoletto.

Esso aveva l’acqua più “saorosa di la terra” sebbene ci fosse il dubbio che il flusso e riflusso marino avesse su di esso una qualche influenza, poiché “l’acqua dolze del maraviglioso pozo cresce et cala in le stesse hore si come fa il mare“. La sua vena era così abbondante che nemmeno nelle più grandi siccità rimase all’asciutto; le galere partendo da San marco facevano scalo a San Nicoletto e a qual pozzo attingevano la loro provvista d’acqua; Enrico III di Francia nel 1574 dopo aver pregato nella chiesa di San Nicolò volle assaggiar di quell’acqua, e nel 1617, nel giorno dell’Ascensione, il doge Giovanni Bembo regalò agli ospiti del Bucintoro “la fresca aqua dolze” mescolata a sciroppi, a rosoli e a liquori.

Quando la Lega di Cambrai nel 1509 pareva dovesse annientare la Republica si pensò al modo di assicurare alla città, in caso di assedio, l’acqua potabile che veniva con le barche dal Brenta, e fu incaricato sier Luca Tron, “qual ha pratica di far pozi“, di andare al Lido con gli Avogadori, “et andati (racconta il Sanudo) veteno (videro) che mai machera aqua nel pozzo di san Nicolò, et si poderà far quanti pozi si vorrà nel campazo et in altri siti perché solo el suolo de Lio corre vene de acqua dolze“.

Il pozzo di San Nicoletto ebbe nel 1632 anche una fama religiosa: la sua acqua venduta in bottigliette e benedetta dai frati del vicino convento faceva il miracolo di guarire da certe malattie di fegato. Nel 1796 l’ingegnere Ferretti e il patrizio Dandolo lo visitarono e lo fecero ripulire; fu questa l’ultima data della sua storia. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 28 luglio 1926

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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