Famiglia Marcello

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Campo Santa Marina, 5892 (Castello) - Stemma Marcello

Famiglia Marcello

Marcello. Il comune degli scrittori vogliono discesa la casa Marcello dalla gente romana Claudio Marcella; alcuni dicendola qui pervenuta da Chioggia, altri da Vicenza; e chi da Milano, ed i più, direttamente da Roma; affermando taluni, come il Faroldo, che da Marcello Tegalliano, secondo doge, si propagasse questa famiglia nelle venete isole: lo imperché pongono il giugner qui dei Marcelli nei primordi del settimo secolo, come dimostra il Frescot. Giunti, sostennero il tribunato, e produssero uomini insigni in ogni ordine, sicché si vedono di loro cospicue memorie in parecchie chiese di Venezia.

Sei scudi, di poco variati, innalzò questa casa, giusta il Coronelli, ma il comune scudo usato si costituisce di una banda ondato d oro in campo azzurro.

Il doge Nicolò Marcello ebbe a padre Giovanni Marcello q. Bernardo di Santa Marina, e nacque nel 1397. Sostenuti da prima i minori carichi della Repubblica, veniva, nel 1448, eletto podestà e capitano di Feltre, poscia, nel 1452, passava con la carica stessa a Treviso, e due anni dopo recavasi podestà a Brescia, e quindi, tre anni appresso, podestà a Verona. Dopo di aver sostenuto, nel 1464, la luogotenenza di Udine, era eletto senatore, capo del consiglio dei X, e consigliere, infine a che, il dì 12 marzo 1466, otteneva la stola procuratorio de suprà, in luogo del defunto Domenico Diedo. Finalmente, il di 13 agosto 1473, veniva assunto alla suprema dignità della patrio, come superiormente dicemmo. Egli fu il primo ad usare le vesti ducali di tocca d’oro, e così il corno ducale, che per lo innanzi erano di chermisino.

Si ignora chi sia stato l’architetto del monumento nobilissimo di questo doge. Esso monumento accenna in modo spiccato il rinascimento dell’arte, e forse è opera del più vecchio dei Lombardi, cioè di Sante. Sopra uno base, ricchissima d’intagli, si erge un arco sorretto da due colonne corintie, fiancheggiato da due nicchie e chiuso da pilastrini operosamente intagliati. Sotto l’arco è collocata l’urna mortuaria, sopportante il lettisternio, su cui è disteso il simulacro del principe, vestito delle assise ducali. L’arco è però fiancheggiato da due nicchie rettangole, ed è coperto da fastigio, sopra cui si eleva, in mezzo figura, l’immagine del Redentore colla palla mondiale nella sinistra e colla destra accennante al cielo; mentre il vano dell’arco è riempiuto da un bassorilievo esprimente la Vergine in trono col Figlio divino, in atto di accogliere il doge supplicante, che, deposto il corno sul pavimento, genuflesso si prostra alla gran Madre, assistito quinci dall’evangelista San Marco, e quindi da San Giorgio, protettori della Repubblica. I quattro simulacri che riempiono le nicchie notate figurano la Giustizia, la Carità, l’Umiltà e la Religione. Nel centro della base è un cartello, tenuto da due geni, su cui è intagliato la seguente inscrizione, e nelle due patere sculte per fianco, ricorrenti sotto l’ordine, si legge l’anno dello morte del doge, e quello in cui fu restaurato il monumento, di questo modo :

NICOLAVS MARCELLVS DVX CLARISS
IMVS . IVSTVS . PACIFICVS . CVNCTIS GR
ATVS . HVBERTATIS ANNONE . ERRARIQ. ‘
PVBLICI CONSERVATOR . CYPRO IN POTES
TATEM REDACTO . SCODRA ACERRIMA
TEVCRORVM OBSIDIONE LIBERATA
CVRIS . R . P . ANXIVS . VIVENS MORIENS
Q . IN PAVPERES PIISSIMVS . ANIMAM CE
LO . HIC TRADDIDIT OSSA.

RESTAUR. ANNO MDCCLIII
OBIJT MCCCCLXXIV KALENDIS DECEMB. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Corte di Cà Marcella (Castello) – Lista Vechia dei Bari, 1239 (Santa Croce) – Campo San Zaninovo, 4432 (Castello) – Calle del Tragheto Vechio, 2877 (San Polo), Campo Santa Marina, 5892 (Castello).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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