Pozzo in Campiello drio Cà Memo, nel Sestiere di Cannaregio
Vera: in pietra d’Istria di forma esagonale, datata 1710. Su un lato della vera è scolpito, in bassorilievo, lo stemma della famiglia Memmo con incise le lettere P/M; su un altro lato è scolpito, in bassorilievo, lo stemma della famiglia Polani con incise le lettere B/P; su un terzo lato è incisa la scritta “PUBLICAE / UTILITATI / ANNO DNI / MDCCX”; su un quarto lato è scolpito, a bassorilievo, lo stemma della famiglia Memo con incise le lettere A/E; in un altro lato ancora è incisa la scritta “PIETRO MEMMO / BERNARDIN POLANI / ANDREA EMO / PROVISORI / COM”. Base: esagonale. Copertura: lastra metallica convessa, con carrucola. (1)
Famiglia Memo. Vennero da Malamocco vecchio, dove abitavano, prima che la sede si riducesse a Rialto. L’origine però loro più comunemente si crede venga dagli antichi Memmi di Roma, discendenti da Mnesteo Trojano uno dei seguaci di Enea. Nei principi erano chiamati Tribuni; essendo passato loro in cognome il titolo della dignità, che frequentemente occupavano. Prima del 700 furno del Consiglio, dei principali del Governo e dei dodici elettori del primo Doge. Fecero edificare la chiesa di Santa Maria a Torcello, ove posero i corpi di San Teodoro Vescovo d’Altino e di San Liberale, facendola consagrare il 716. Ebbe questa famiglia antichissima 3 Dogi. Pietro Tribuno l’892, che ancora si chiamava Tribuno, Tribuno Memmi il 977, da cui cominciarono a chiamarsi Memmi, e il 1612 il Doge Marco Antonio Memo. (2)
(1) ConoscereVenezia
(2) Libro dei Nobili Veneti ora per la prima volta messo in luce. Tipografia delle Murate. Firenze 1866
FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.