Il bucranio, un elemento decorativo infisso sui muri del Macello di San Giobbe
Nei tempi antichi si consacrarono nei luoghi sacri offerte di animali, gli avanzi delle vittime immolate, soprattutto i crani di esse, dopo essere stati disseccati, venivano appesi intorno alle are, ai muri, alle porte degli edifici.
Queste teste dette bucrani fornirono alla scultura e alla pittura dei simboli dei luoghi ove si svolgevano i sacrifici, l’ara da cui erano stati consumati, e quelle teste scarnate venivano riprodotte, con delle bende sacre, dei festoni e delle ghirlande con cui le vittime venivano abbigliate prima di esssere condotte al sacrificio.
Nei tempi moderni si è usato il bucranio per identificare mercati, macelli e macellerie.
Dall’alto in basso, da sinistra a destra: bucranio nella Scala d’Oro del Palazzo Ducale, ex Macello a San Giobbe; bucranio nel Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa; bucranio nell’ex Macelo di San Giobbe; ex Macello a San Giobbe; bucranio nell’ex Macelo di San Giobbe; ex Macello a San Giobbe
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