Ponte dei Sospiri, sul Rio de Palazzo o de Canonica

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Ponte dei Sospiri, sul Rio de Palazzo o de Canonica. San Marco/Castello

Ponte dei Sospiri, sul Rio de Palazzo o de Canonica. Palazzo Ducale – Prigioni

Il disegno di fabbricare delle prigioni nuove venne presentato al Senato nel 1560 dal patrizio Nicolò Corner della contrada di San Maurizio per sostituire quelle sparse nel Palazzo Ducale, diroccate, malsicure, e quasi inservibili eccettuati i “Piombi” e i “Pozzi“, collocati i primi sotto il tetto di piombo, i secondi posti al piano stradale ma non, come fu detto esagerando, sotto il livello d’acqua.

Il sito per la nuova fabbrica fu scelto ai piedi del ponte della “Paglia” lungo “il rio del Palazzo” e venne iniziato il lavoro, nella parte più interna, nel 1563 da Giovanni Antonio Rusconi, ma fu ben presto interrotto per una sua grave infermità che doveva lentamente condurlo al sepolcro. Alla malattia del Rusconi si aggiunse la contessa col Foscari di San Marcuola, proprietari dell’osteria all’insegna della “Serpe” accanto al ponte della “Paglia” e che si doveva demolire per la costruzione della nuova fabbrica.

Così dopo quasi vent’anni d’interruzione, nel 1589 l’architetto Antonio Da Ponte, “proto al Magistrato del Sal“, principiò la costruzione della severa facciata, di stile classicheggiante, a un piano, con porticato aperto. Nel 1597, essendo morto il Da Ponte, l’edificio venne completato da Antonio Contino di Bernardo e dallo zio Tomasosotto proto alle prigioni” e nel settembre 1614 “li presoni del Palazzo Ducale” vennero trasportati “in li novi camerotti“.

La “prigioni nuove” cominciarono allora a funzionare e venne in qual tempo costruito il famoso “Ponte dei Sospiri” attraverso il caratteristico Rio de Palazzo, costruzione pensile, barocca, in pietra di Antonio Continoserrato dalle parte e coperto di sopra“, che unisce le prigioni al Palazzo Ducale, tema prediletto di sciocchi romanzieri e di storici bugiardi. (1)

L’arco del ponte, che parte dal primo piano delle Prigioni e arriva al secondo piano del Palazzo Ducale, è decorato con serraglie a forma di protomi umani, animaleschi e di fantasia, gli interstizi con figure personificate di fiumi, e un bassorilievo con la rappresentazione allegorica di Venezia raffigurata come una matrona  affiancata da due leoni.

Si distende poi sull’arco il passeggio il quale è ornato, negli interpilastri,  con cinque finestre, tre sono solo simulate, e due reali chiuse con strafori di marmo che servono per inferiate. Nella finta finestra centrale è posto lo scudo del doge Marino Grimani, nei parapetti delle altre tre finte finestre sono posti gli scudi degli Erizzo, dei Giustiniani e dei Cicogna, appartenenti ai tre nobili eletti dal Senato come curatori della fabbrica.

L’interno del ponte è diviso, mediante un muro in due vie:  la via a mezzodì, cioè quella guardante il Bacino di San Marco, mette per una porta alle prigioni, da cui si traducevano principalmente gli inquisiti soggetti agli esami degli Avvogadori, la via di settentrione, cioè dal lato della Canonica, dava acceso per ascendere ai tribunali dei Dieci, degli Inquisitori e della Quarantia Criminale. (2)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 22 gennaio 1930.

(2) Francesco Zanotto. I Pozzi e i Piombi antiche prigioni di stato della Repubblica di Venezia. Giovanni Brizeghel Venezia 1876.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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