I “perdoni di colpa e di pena” in Quaresima, nelle chiese veneziane

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Pietro Longhi. La confessione. Galleria degli Uffizi, Firenze (foto dalla rete)

I “perdoni di colpa e di pena” in Quaresima, nelle chiese veneziane  

Scrive il Sanudo, nei suoi Diari, che il giorno 1 aprile 1518 vi fu il perdono di “colpa e di pena” nella Chiesa di San Giacomo de Rialto,  il quale durava tre giorni; il perdono era stato concesso dal papa Alessandro III quando venne a Venezia nel 1177. Il sommo pontefice lo concesse, con lo stesso atto, anche alla Chiesa della Carità, e alla Chiesa di San Marco dove lo si lucrava il “zorno de la Sensa“. Nello stesso mese si poteva ottenere il perdono anche nella Chiesa di Sant’Antonio di Castello, per il sostentamento dell’ospedale dei poveri.

Il perdono di “colpa e di pena” corrispondeva all’indulgenza plenaria, e lo si acquistava confessandosi, visitando le chiese opportune, partecipando ai digiuni e alle preghiere. Con l’assoluzione si cancellavano i peccati (la colpa), con il perdono si otteneva la remissione parziale o totale delle pene temporali (la pena), che, secondo la dottrina cristiana, verrebbero altrimenti scontate in Purgatorio. Il perdono richiedeva inoltre delle offerte spontanee che ben presto divennero delle richieste di donazioni ai fedeli.

Il Papa concedeva queste indulgenze annualmente con dei suoi brevi apostolici, e venivano concesse soprattutto per le esigenze economiche delle chiese, dei monasteri o degli ospedali dove si svolgeva il perdono. Nel primi decenni del Cinquecento meta dell’obolo raccolto andava alla struttura religiosa interessata, l’altra metà andava a Roma per la costruzione della Basilica di San Pietro. Scrive il Sanudo a proposito del perdono che si teneva nella Chiesa San Giovanni e Paolo il 28 dicembre 1514: “Fo aperto la cassa dil perdon di San Zane Polo, per li procuratori di la chiesia, e trovono in queste feste aver auto ducati 437, di li qual la mità è dil Papa per la fabrica di San Piero, con la qual condition il Papa concede questi jubilei“.

I perdoni si tenevano normalmente in Quaresima e nella Settimana Santa, eccezionalmente durante il resto dell’anno. Il Sanudo scrive relativamente al perdono che si teneva nella Chiesa di Santa Lucia (la Nonciada) il 31 Ottobre 1514: “Ozi comenzò il perdon di colpa e di pena a santa Lucia, auto da questo papa Leone, per mezo dil Cardinal Bibiena, qual ha posto do neze in dito monasterio, fiole fo di domino Pietro suo fratello che morite orator dil Papa in questa terra, con questa però condiction, che la mità di danari troverano vadi a la fabricha di San Piero di Roma”. Erano deputati alla raccolta degli oboli destinati al Papa i frati francescani di San Francesco della Vigna.

Nella marzo dell’anno seguente i perdoni aumentarono a dismisura, ed oltre ai tre storici, furono fatti i perdoni di “colpa e di pena” a San Giovanni e Paolo, a Santa Caterina, a Santa Giustina, a Santa Maria Maggiore, a San Rocco, a Santa Margherita, a Santa Lucia e alla Chiesa di San Giovanni in Laterano. Il 16 marzo 1515 iniziò, a vespero, in quest’ultima chiesa “dove è monache observante molto povere, et dura per zorni tre“, e conclude il Sanudo “ozi nel Conseio di X fo parlato assai di questi danari si traze di questa terra per sti perdoni, ch’è mal facto“, il Consiglio dei Dieci non vedeva con simpatia la vendita delle indulgenze. (1)

ConoscereVenezia

(1) Marin Sanudo. I Diari. Volumi XIX, XX, XXV

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