Ponte privato di Cà Rezzonico, sul Rio de San Barnaba

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Ponte privato di Cà Rezzonico - Dorsoduro

Ponte privato di Cà Rezzonico, sul Rio de San Barnaba. Fondamenta del Tragheto – Cà Rezzonico

Ponte in legno; struttura in legno e ferro, bande in legno. (1)

Il palazzo disegnato dal Longhena nel secolo XVII, il quale da principio apparteneva ai Bon, ma poi nel secolo successivo fu acquistato dai Rezzonico, che nel 1752 lo rifabbricarono sopra disegno del Massari, aggiungendovi il terzo piano. In quest’occasione, essendo il 5 agosto caduto dall’alto un macigno con cinque uomini sopra, tre di essi morirono issofatto; Giuseppe Pedoio, architetto, ebbe spezzati una gamba ed un braccio, e morì il giorno dopo; solo il quinto, con l’amputazione di una gamba, sopravvisse.

La famiglia Rezzonico, avendo offerto alla Repubblica 100 mila ducati fu ammessa al patriziato l’anno 1687 nelle persone dei fratelli Quintiliano, Abbondio, e G. Battista. Così incomincia la parte presa in Pregadi il 9 aprile dell’anno suddetto: “Discendono li fedelissimi Quintiliano, Abbondio ab: e Gio. Batta, fratelli Rezzonico, fu del q. Carlo, d’antica e nobile famiglia, che nella città di Como, sostenendo la dignità del decurionato, potè, per le azioni benemerite e generose dei suoi proavi, vedersi insignita dei titoli di liberi baroni del Sacro Romano Impero, e della marca speziosa della gran Croce di Malta. Il fù fedelissimo Aurelio Rezzonico, zio paterno di questi degni superstiti, posponendo ogni altra prerogativa a quella di suddito volontario della Repubblica, trasportò il proprio domicilio in questa dominante, nella quale, esercitando verso di noi gli atti di un pio devoto ossequio, ha chiuso onoratamente i suoi giorni, lasciando ai nepoti lo stimolo del suo vivo esempio per imitarlo. Abbracciano essi volentieri l’opportunità della congiuntura ecc.”

La gloria dei Rezzonico salì al suo apogeo nel 1758, allorché, ai 5 di luglio, Carlo, figlio di Giovanni Battista, uno dei fratelli aggregati nel 1687 al patriziato, salì al solio pontificio sotto il nome di Clemente XIII. Giubilante la Repubblica, elesse allora cavalieri  Aurelio fratello, e Lodovico, nipote del sommo gerarca, innalzando pure Aurelio alla dignità di Procuratore di San Marco soprannumerario.

Senonchè il giubilo di casa Rezzonico venne turbato dalla morte di Vittoria Barbarigo, madre di Clemente XIII, successa il 29 luglio del medesimo anno 1758. In quell’occasione, per tradurre il cadavere alle domestiche tombe dei Mendicanti, si formò dal palazzo Rezzonico alla riva opposta del Canal Grande un ponte di barche sopra cui sfilò il funebre corteo. L’anno successivo, ai 25 marzo, il pontefice donò ai Veneziani la Rosa d’Oro, e questi ai 7 marzo 1761 fregiarono della stola Procuratoria anche il di lui nipote Lodovico, che ottenne il grado di Assistente al solio Pontificio, e di Gonfaloniere del Senato e popolo Romano. Lodovico ebbe tre fratelli Carlo e Giovanni Battista cardinali, ed Abbondio senatore di Roma, nonché una sorella maritata col N. U. Lodovico Widman. In Abbondio, morto nel 1810, si estinse la famiglia. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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