Le chiavi di volta e i gocciolatoi del Palazzo Priuli, a Santa Sofia, nel Sestiere di Cannaregio
Lo possedeva nel 1802 Renier Priuli Stazio q. Pietro, che l’appigionava a Giuseppe Gradenigo, già Secretario degli Inquisitori di Stato, il quale vi aveva raccolto scelta biblioteca, e morì nel 1820.
Sulla porta vi è un bassorilievo trasportato ai nostri tempi, come è fama, dalla Giudecca, rappresentante un cane con l’iscrizione: “TUTTO A BON FIN PENSATE B. B.“. Il Cicogna riporta pure nelle sue schede manoscritte di aver veduto all’interno, in capo al cortiletto, conficcata sopra un portone, un’altra lapide con un leone, e sotto le parole: “CASA DEL SOPRASTANTE DEL DATIO DEL VIN“, anche questa altronde trasportata, nonchè una Beata Vergine in pietra col bambino sulle ginocchia, che, a quanto si dice, era prima in chiesa dei Servi sull’altare della confraternita dei Barbieri. (1)
Sulla facciata del palazzo Priuli, prospiciente il Rio Priuli o de Santa Sofia, sono infisse due chiavi di volta, una sull’arco del portale d’acqua, e una sull’arco del finestrone del piano nobile, e tredici gocciolatoi sotto i davanzali delle finestre, con piccole teste di uomini e di animali.
(1) Giuseppe Tassini. Alcuni palazzi ed antichi edifici di Venezia. Tipografia Fontana 1879
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