Famiglia Soranzo

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Rio de Palazzo, 4419 Cà Soranzo dell'Angelo (Castello) - Stemma Soranzo

Famiglia Soranzo

Soranzo. Trasse origine la casa Soranzo dalla gente Superantia di Roma, secondo afferma lo Zabarella nel suo Trasea Peto e nell’Aula Heroum, e trapiantatasi nella città di Altino, passò poi a ricoverarsi, per le irruzioni dei barbari, nelle isole della Venezia. Laonde il Malfatti dice, che vennero da Burano in Rialto, giacché Burano fu una delle isole occupate dai profughi Altinati; ed il Frescot afferma, essere questa famiglia una di quelle che, ab origine, concorsero alla fondazione di Venezia, per cui è annoverata dai genealogisti e cronacisti fra quelle ventiquattro prime famiglie che composero il corpo della nobiltà patrizia. Produsse quindi la casa in parola uomini riputatissimi, ricchi, valorosi nelle armi, politici profondi, e sapienti prelati: ed eresse, con altri, la chiesa ed il cenobio di santo Andrea, e palazzi cospicui, e memorie sepolcrali degne di nota.

Quattro fra li nove scudi diversi riportati dal Coronelli usarono da ultimo li Soranzi. Il primo, il più antico, è quello che si vede sotto il ritratto del doge Giovanni, trinciato d’oro e d’azzurro: il secondo, sopra la trinciatura, fa un ovaio d’oro con un’aquila bicipite nera, per concessione dell’impero: il terzo, inquarta nel primo ed ultimo punto l’arme di Castiglia, che è un castello d’argento in campo vermiglio, e negli altri due punti fa l’arma propria della casa, con uno scudo in cuore, in cui si vede un leone d’argento in campo vermiglio, il tutto sotto un capo dello stesso impero, cioè dell’aquila bicipite nera in campo d’oro: il quarto ed ultimo, si divide d’oro e d’azzurro, con una banda dei colori opposti.

Il doge Giovanni Soranzo, ebbe a padre Antonio, procuratore di San. Marco de supra nel 1261. Educato principalmente nelle militari discipline divenne in esse espertissimo; il perché, dopo avere sostenuta la podestaria di Chioggia, il veggiamo, nel 1206, capitano generale di 25 galee recarsi contro i Genovesi. La città di Caffa, nel mar Nero, posseduta allora dei Genovesi, fu da lui presa e posta a sacco. Sopravvenuto il verno, né potendo di là partirsi, tenne sempre in sua balìa parte della citta, riportando ripetute vittorie contro quei Tartari, che erano calati a difenderla; e, aspettato poi miglior tempo, prima di ripatriare, la depredò di nuovo, avendo tolto a1 Genovesi tutte le navi cariche di mercanzie che avevano in quel porto. L’anno seguente, 1297, ripatriò, ma con sole 16 galee, perdute le altre a causa della trista stagione e il difetto di vettovaglie. Questo fatto gli recò grande onore, e fu reputato patria gloria. Si oppose il Soranzo, nel 1304, o in quel torno, colle sue genti ai Padovani, i quali, contro ai patti, cercavano introdursi nelle lagune a fabbricare il sale. Prese dai Veneziani le armi a favore di Fresco d’Este marchese di Ferrara, fu spedito il nostro Soranzo a fabbricarvi un castello; e quindi fu eletto, nel 1308, podestà di quella città. Ebbe poi la dignità procuratoria di San Marco de supra, il dì 15 maggio 1309. Molto egli si adoperò per sopprimere la congiura di Bajamonte Tiepolo, essendo stato scelto con Marco Manolesso, per inviato al detto Tiepolo, onde indurlo ad umiliarsi al doge ed alla signoria. Finalmente veniva elevato alla suprema dignità della patria, come superiormente dicemmo. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

Da sinistra a destra: Rio de Palazzo, 4419  Cà Soranzo dell’Angelo (Castello) – Rio de Palazzo, 4419 Cà Soranzo dell’Angelo (Castello) – Fondamenta Minotto, 155 (Santa Croce)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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