Famiglia Soranzo
Trasse origine la casa Soranzo dalla gente Superantia di Roma, secondo afferma lo Zabarella nel suo Trasea Peto e nell’Aula Heroum, e trapiantatasi nella città di Altino, passò poi a ricoverarsi, per le irruzioni dei barbari, nelle isole della Venezia. Per cui il Malfatti dice, che vennero da Burano in Rialto, giacché Burano fu una delle isole occupate dai profughi Altinati; ed il Frescot afferma, essere questa famiglia una di quelle che, ab origine, concorsero alla fondazione di Venezia, per cui è annoverata dai genealogisti e cronacisti fra quelle ventiquattro prime famiglie che composero il corpo della nobiltà patrizia. Produsse quindi la casa in parola uomini riputatissimi, ricchi, valorosi nelle armi, politici profondi, e sapienti prelati: ed eresse, con altri, la chiesa ed il cenobio di Sant’Andrea, e palazzi cospicui, e memorie sepolcrali degne di nota. (1)
Un Giovanni Soranzo, spedito generale di venticinque galere contro i Genovesi nel 1295, prese Gaffa nel Chorsoneso Taurino (Crimea). Poi nel 1310 ebbe l’incarico di persuadere Bajamonte Tiepolo ad abbandonare Venezia, e finalmente nel 1312 ascese al soglio Ducale, che tenne con gloria per anni sedici e mezzo. Aspro ed incomposto nell’esteriore, ci viene dipinto dai cronisti come gentile e cortese nei fatti. L’agone ove la famiglia Soranzo, al pari di quasi tutte le patrizie famiglie Veneziane, maggiormente rifulse furono le guerre contro i Turchi.
Come quel Benedetto Soranzo, sopraccomito della galera intitolata il Cristo Resuscitato, nella grande giornata delle Curzolari, il quale, essendo ferito da tre colpi di freccia, e vedendosi uccisi all’intorno tutti i suoi commilitoni, appiccò fuoco alle munizioni, e saltò in aria col naviglio, e coi nemici, che già se ne erano fatti padroni. (2)
Quattro fra li nove scudi diversi riportati dal Coronelli usarono da ultimo li Soranzi. Il primo, il più antico, è quello che si vede sotto il ritratto del doge Giovanni, trinciato d’oro e d’azzurro: il secondo, sopra la trinciatura, fa un ovaio d’oro con un’aquila bicipite nera, per concessione dell’impero: il terzo, inquarta nel primo ed ultimo punto l’arme di Castiglia, che è un castello d’argento in campo vermiglio, e negli altri due punti fa l’arma propria della casa, con uno scudo in cuore, in cui si vede un leone d’argento in campo vermiglio, il tutto sotto un capo dello stesso impero, cioè dell’aquila bicipite nera in campo d’oro: il quarto ed ultimo, si divide d’oro e d’azzurro, con una banda dei colori opposti. (1)
(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI
(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872
I dogi della famiglia:
Giovanni Soranzo. Doge LI. Anni 1312-1328
Da sinistra a destra: Rio de Palazzo, 4419 Cà Soranzo dell’Angelo (Castello) – Rio de Palazzo, 4419 Cà Soranzo dell’Angelo (Castello) – Fondamenta Minotto, 155 (Santa Croce)
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