I patrizi poveri detti “squizari” (svizzeri, cioè mercenari)

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Campo e Chiesa di San Barnaba. Sestiere di Dorsoduro. I patrizi poveri erano chiamati anche "barnaboti" perchè i più abitavano nella contrada di San Barnaba

I patrizi poveri detti “squizari” (svizzeri, cioè mercenari)

Nel Cinquecento accanto alle grandi ricchezze dei Vendramin, che avevano un patrimonio in contanti di centosettantamila ducati d’oro, dei Grimani, possessori di ducati d’oro centonovantamila, dei Corner proprietari di quasi duecentomila, c’erano anche molti patrizi per i quali la vita era una grande miseria.

Narrano gli Annali del Malipiero che sier Andrea Contarini il 3 marzo “è andà con gran esclamation davanti la Signoria, digando che l’è nobile de ca’ Contarini et ha solamente sedese ducati d’intrada l’anno con nove fioli a le spalle“. Il tribunale della “Cazzude” gli aveva venduto la meschina casetta dove abitava per il mancato pagamento delle imposte “et lui pregava che ‘l no se vogia mandar sotto i porteghi“, La Signoria gli dette l’alloggio gratuito in una casa a San Barnaba.

Il Sanudo racconta delle storie ancora più tristi: sier Domenego Barbarigo, povero in canna, è condannato il 26 marzo 1532 per una piccola frode di contrabbando a due anni di esilio, ed egli presenta domanda di passare quei due anni nella prigione “de li Cabioni“, almeno colà avrebbe mangiato. Il Maggior Consiglio, vista la povertà dell’infelice, glielo concede e suo padre ottantenne “per essere poverissimo et mantenuto dal fiol” ottiene anche lui di andare “ne li Cabioni a divider il pranzo ma stete solum zorni trenta che morite“.

Quanta miseria, mentre un ramo ricchissimo dei Barbarigo, quello della “Terrazza“, spendeva per una festa ed un banchetto il 12 aprile dello stesso anno circa settemila ducati d’argento!

Sier Domenego Baffo, per alleviare un po’ la sua miseria, aveva ottenuto il 16 maggio 1534, dopo tante preghiere, un piccolo impiego presso il camerlengo di Brescia, cassiere delle entrate, e partiva “con un suo barba (zio) povero, et a suo carico, sier Piero Marzelo, de anni 83 mal conditionado in salute“. I poveretti fecero il viaggio a piedi, mangiando e dormendo come potevano, ma giunti a Brescia “sier Marzelo dopo doi zorni morite et suo nepote sier Baffo se amalava“.

Molti patrizi poveri vendevano i lori voti nel Maggior Consiglioet chi vol honor bisogna dar danaro a questi poveri chiamati squizari (svizzeri, cioè mercenari)”, e cosi sier Bastian Contarini si vendeva per un ducato, mentre altri Contarini dello stesso casato erano chiamati “da li Scrigni” perché si diceva che in ogni stanza del loro palazzo a San Trovaso ci fosse uno scrigno pieno di gioielli e di ducati d’oro. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 4 dicembre 1926

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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