I Busti di Tommaso Rangone, Nicolò Massa e Apollonio Massa, nella Scuola di Santa Maria della Giustizia ora Ateneo Vento

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Alessandro Vittoria. Busto di Tommaso Rangone, Scuola di Santa Maria della Giustizia ora Ateneo Veneto. Sestiere di San Marco

I Busti di Tommaso Rangone, Nicolò Massa e Apollonio Massa, nella Scuola di Santa Maria della Giustizia ora Ateneo Vento

I tre busti, tutti lavori di Alessandro Vittoria, rappresentanti Nicolò e Apollonio Massa, zio e nipote, e il celebre Tommaso Rangone, provenivano i primi due dal demolito monastero di San Domenico di Castello, il terzo  della demolita chiesa di San Geminiano.  Poiché l’edificio della ex Scuola di Santa Maria della Giustizia era destinato alle mediche sessioni, prima che divenisse la sede dell’Ateneo Veneto, i medici avevano deciso di raccogliervi i più distinti monumenti dispersi per la città, eretti all’onore degli antichi coltivatori della loro arte.  (1)

Nicolò Massa figlio di Apollonio, cittadino Veneziano, fu insigne filosofo e medico, ed uno dei più chiari allievi del patavino ginnasio. Ebbe egli dalla natura, oltre all’eccellenza dell’ingegno, una grande memoria ed inclinazione alle lettere. Si diede ad esercitare felicissimamente la medicina in Venezia, essendo stato ascritto a questo collegio nel 1521; e con la medicina esercitò pure la chirurgia e l’anatomia. Pervenuto all’ottantesimo anno di età perdette il bene della vista per naturale difetto; non pertanto non desistette egli dal medicare e dal progredire negli studi, supplendo col dettare e con il farsi leggere ora da Francesco Grifalcone suo nipote, ora da altri, alla mancanza del vedere, venne egli a morte nell’anno 1569.

Apollonio Massa fu figlio di Antonio q. Apollonio e nipote ex fratre di Nicolò precedentemente nominato. Esercitò anch’esso con molta fama la medicina in Venezia; e nel 1575 era uno dei medici e chirurghi destinati dal magistrato della Sanità alla cura degli appestati. (2)

Tommaso da Ravenna o Tommaso Rangone professò con plauso la medicina, gli studi filologici, astronomici, e geografici. Tommaso era veramente straordinario, accoppiava una tale ambizione, ed una così eccessiva vanagloria da renderlo bizzarro e stravagante in tutte le manifestazioni della sua vita. Egli era ricco ed era prodigo, ma quella sua larghezza nello spendere e nel donare non era che un movente alla sua sfrenata cupidigia di onori e di gloria: dette una grande somma per rifabbricare la chiesa di San Giuliano, ma volle il monumento e scolpite due iscrizioni in suo onore; beneficò la chiesa di San Geminiano  ma impose un suo busto in bronzo che poi, quando la chiesa venne demolita,  si trasferì nell’Ateneo Veneto. (3)

(1) Giannantonio Moschini. Guida per la città di Venezia all’amico delle belle arti. (Tipografia Alvisopoli. Venezia 1815)

(2) Emmanuele Antonio Cicogna. Delle iscrizioni veneziane. Vol.I (Giuseppe Orlandelli Editore, Picotti Stampatore, Venezia 1824

(3) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 8 settembre 1923.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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