Theodora Ducas dogaressa greca, la moglie del doge Domenico Selvo

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Presunto ritratto di Theodora Anna Selvo (foto dalla rete)

Theodora Ducas dogaressa greca, la moglie del doge Domenico Selvo

Secondo alcune cronache era figlia dell’imperatore greco Costantino Ducas, secondo altri di Niceforo Botaniate, che portò più tardi la corona imperiale, e divenne moglie di Domenico Selvo il trentunesimo doge dei Veneziani, dal 1079 a tutto il 1084. I cronisti raccordano del lusso e della eleganza di questa principessa come di cosa non mai per l’addietro veduta a Venezia, la dicono bellissima.

Faceva grande uso di essenze, d’acque odorose e di balsami orientali; aveva due bastoncelli d’oro di cui si serviva per portare i cibi alla bocca; le mani erano sempre coperte di guanti ed ogni mattina si lavava la faccia con la rugiada e faceva bagni caldi di acqua satura di essenze. L’influenza di questa principessa con quel suo lusso eccessivo nella semplice vita delle lagune portò quasi una rivoluzione nei costumi; le donne ricche andavano a gara nell’imitarla, gli uomini a gara nel corteggiarla.

Nel pomeriggio di ogni bella giornata, dalle stalle del doge Selvo, che stavano in una parte dell’odierno Giardino Reale, uscivano i cavalli per la passeggiata della dogaressa, e fu allora che furono viste per le prime volte le patrizie veneziane delle case vecchie dei Dandolo, dei Badoer, dei Candiano, dei Tradonico seguire a cavallo la bella greca.

Il doge Pietro Tribuno aveva fatto costruire nel 900, contro la minaccia di una invasione ungara, una muraglia che dal forte di Castello si stendeva lungo l’attuale Riva degli Schiavoni, fino a Santa Maria Jubanico o Zobenigo, e su quella muraglia non più larga di un metro si vedeva qualche volta la bella cavalcatrice andare al passo sul suo cavallo bianco, il popolo l’ammirava e l’applaudiva.

La dogaressa nel 1081 si ammalò gravemente: dice la cronaca Trevisanea che il marciume le usciva da tutto il corpo causa l’uso smodato delle erbe e dei balsami; morì dopo un anno di tormenti ed il marito fluiva la sua vita in un monastero rinunziando al dogado. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 4 gennaio 1925

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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