L’eroismo di Jacopo Cocco e della sua galera grossa

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Palazzo Cocco sul Rio Santa Marina. Sestiere di Castello.

L’eroismo di Jacopo Cocco e della sua galera grossa

Nel 1453 l’Impero Greco crollava. Il sultano turco Maometto II aveva già allestita la sua flotta di ben duecento navi per prendere Costantinopoli. L’imperatore Costantino Paleologo implorò soccorso alle potenze cristiane, ma a quel supremo appello soltanto risposero Venezia e Genova: quella, sebbene impegnata nella guerra di Lombardia, con dieci galere al comando di Jacopo Loredan, questa con solo due: le altre potenze, compreso il Papa, prudentemente tacquero.

Dinanzi alle forze dei Turchi era quello un sicuro sacrificio, ma almeno quelle dodici galere, san Marco e san Giorgio, salvavano l’onore cristiano.

Il 28 aprile, proveniente da Trebisonda, veleggiava verso il Bosforo, carica di cotone e di pelli, la galera grossa mercantile di Jacopo Cocco detto “el grando” figliolo di Francesco della contrada di Santa Giustina. All’altezza di Chilia, Andrea da Ruodoparon zurado” annunciò a messer Cocco che due navi veleggiavano verso Riva Dere; animati gli “homemni da remo“, la galera veneziana fu in qualche ora ad un trar di balestra dalle navi e messer Cocco poté benissimo vedere allora la bandiera di San Marco al penon di mezzana. Nello stesso tempo dal Bosforo uscivano a gran forza di remi, vele spiegate e vento in poppa, cinque galere turche che ben presto impegnarono battaglia con le galere veneziane.

Jacopo Cocco non stette in dubbio un solo momento: chiamati i balestrieri sopra coperta, ordinò l’assalto, sui banchi arrancarono la voga, un solo grido s’alzò “San Marco!” e la grossa galera corse spavalda verso la morte. Il combattimento fu terribile, le due navi da guerra veneziane riuscirono a salvarsi, quella di messer Cocco presa in mezzo si offerse sublime olocausto.

Narra Nicolò Barbaro, testimonio oculare: “quela galia assalida da tutte le parti non pottè star de sora quanto che saria a dir diese pater nostri, subito la andò a fondi et ne feva grandissima compasion: aiuto a quela no se podeva dar per niuno modo et se anegono tutti; sier Cocco patron de quella, Antonio da Corfù chomito, Andrea da Ruodo paron zurado, sedese balestrieri et setantadò homeni da remo. Che Dio li perdoni et li benedica”.

Il 18 luglio 1453 la Repubblica deliberò che dal provveditore del Sal fosse provveduto ai figlioli del Cocco con una pensione annuale.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 21 settembre 1924

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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