La giustizia a Venezia; le condanne per i falsari di monete

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Ponte e Calle de le Oche a San Giacomo da l'Orio. Sestiere di Santa Croce

La giustizia a Venezia; le condanne per i falsari di monete

In questa mattina, 19 aprile 1520″, racconta il Sanudo, “è da saper che li Diese son molto occupadi in monetari che facevano monede false“.

Era stata scoperta in quei giorni una società di falsari che aveva la sua fabbrica a Bozzolo nel Mantovano e spacciava le monete nel territorio della Repubblica, specialmente a Vicenza e Venezia. A Vicenza era stato arrestato tale Girardo Caraton; e Venezia certo Michielin da Pordenone ed una sua amante Francesca Campana, vedova Carioni, mentre il capo della combriccola, Andrea Narin, vicentino si era salvato con la fuga.

Quella che confessò tutto fu la Francesca, dimorante in Calle de le Oche a San Giacomo dall’Orio, vedova di un dottore napoletano, la quale narrò al Consiglio dei Dieci che le monete false erano quasi tutte da sedici soldi “et che il Narin dava il terzo a chi le spanzava (spacciava)”. Ella in pochissimo tempo aveva guadagnato circa venti ducati operando solo sul mercato di Rialto, ma il Caraton e il Michielin avevano intascato di più battendo le campagne e le fiere campestri.

Il Consiglio fece subito il processo e sentenziava: “Michielin da Pordenon et Girardo Caraton li sia taià una man in mezzo le do Colone, et cavà un ochio et po siano banditi et essendo presi in la terra li sia taià la testa e brusadi sichè li corpi si fazi cenere“. Per la Francesca Campana Carioni, il Consiglio ebbe qualche pietà e fu solo condannata a perdere un ochio ed a sei mesi “in preson di le donne“.

Il 7 giugno fu eseguita la sentenza, e tra le “historie“, che si vendevano per “li ponti e per li Campi“, comparve il giorno dopo anche quella della vedova Francesca che cominciava:

Per li vinti ducati de vadagno
La vedoa Carion ha perso un ochio
Sie mesi in la preson, et un compagno
Che le feva sonar con so batochio,
Poara Campana in la preson serada,
Senza ochio e batochio lè restada
! (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 24 novembre 1925

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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