La leggenda del Casin dei spiriti
Sul limite estremo della Sacca de la Misericordia, trovasi una casa isolata la cui fabbrica risale ala fine del Quattrocento. Comunemente quella casa anche oggi chiamata il Casin dei spiriti.
Lo Zanotti afferma che il suo nome ebbe origine nel secolo decimosesto dalla consuetudine di raccogliersi in quella casa dei più belli spiriti veneziani, quali il Tiziano, il Bembo, l’Aretino, il Veronese e che nel suo splendido orto avvenivano cene, canti e spettacoli; ma è certo che verso il 1630 il Casin dei spiriti era riguardato con vero terrore; calata la notte il sito rimaneva completamente deserto, le barche passavano al largo e i barcaioli vogavano in fretta.
Nella sera del 20 agosto 1627 il patrizio Girolamo Pisani fu incontrato nella Sacca della Misericordia dai fratelli Canal, Agostino e Piero, e, sorta fra loro contesa di gelosia per certa Giulietta Nave, dalle parole passarono ben presto alle armi. Il Pisani rimase mortalmente ferito e fu trovato morto, accanto al Casin, dalla pattuglia dei Signori di notte. Quel fatto, conosciuto dal popolo, crebbe la mala fama di quella casa isolata, nella quale ora correva la voce dimorasse l’anima del povero Pisani morto in peccato.
Di quelle paure approfittarono più tardi, nel 1672 alcuni contrabbandieri i quali fecero del Casin dei Spiriti, allora disabitato, un piccolo fondaco di merci venute da Mestre, Campalto e Murano, ma i tre Provveditori sopra dazi fiutarono la losca impresa e ne informarono il Consiglio dei Dieci. Il Consiglio mandò i suoi fanti ed il castigo fu pronto; ai contrabbandieri fuggiti, il bando perpetuo; a quelli arrestati, dieci anni di carcere ciascuno. (1)
(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 18 novembre 1924
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