Il Giardino della Casa del Tiziano, ai Biri, nel Sestiere di Cannaregio
Nel 1530 moriva Cecilia Soldani da Feltre, la moglie del Tiziano, che allora abitava in Calle di Ca’ Lipoli ai Frari, e dalla quale aveva avuto tre figli: Pomponio, Orazio e la bella Lavinia, ritratta dal padre in diversi suoi quadri. Tanto si addolorò il Vecellio che volle perfino cambiare abitazione e prese allora in affitto dal patrizio Leonardo Molin una casa tutta nuova ai Biri “in la contrà di san Cantiano con uno terren vacuo“, che ridusse ad orto, e in cui sorgeva il famoso albero dalle foglie rotonde, ritratto nel suo capolavoro “San Pietro Martire” perito nell’incendio della Cappella del Rosario nella chiesa di San Giovanni e Paolo, avvenuto nella notte del 16 agosto 1867. (1) Si dice, che da un loggiato, che era posto nel giardino di questa casa, il Tiziano potesse vedere, quando ancora non erano costruite le Fondamente Nove, le montagne del Cadore dove era nato.
Una parte dello stabile e oggi occupata dalla ditta Mario Berta Battiloro, uno storico laboratorio artigianale dove l’oro e l’argento vengono trasformati in sottilissime foglie di metallo, utilizzate nell’arte, nell’arredamento, nella cosmesi e nell’alimentare.
(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 28 agosto 1930
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