Il “codega” Marcon da San Zanipolo

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Campo Sant'Anzolo - Sestiere di San Marco

Il “codega” Marcon da San Zanipolo

Codega“, probabilmente viene dal greco “hodegos” (guida), ed era una delle figure caratteristiche del settecento veneziano.

De note, ora ai teatri ora al redutto
Son quel che col feral serve de lume
E pur che i paga mi so andar per tutto

Assai noto era il “codega” de San Zanipolo che si chiamava Marcon perché alto, grosso e fortissimo e sempre compagno di Giacomo Casanova e dei suoi amici nelle loro furfanterie notturne.

Era quello il periodo in cui l’avventuriere, appena ventenne, dopo avere fatto il prete, il soldato, il dottore passava la vita tra il gioco e la baldoria seguito di notte dal fedele “codega” che divideva con lui il bagordo e qualche zecchino. Capo della combriccola era un giovane patrizio, Piero Balbi. Una sera, il 15 gennaio 1745, i vagabondi notturni, passando per Campo Sant’Angelo, adocchiarono la tavola di marmo che, sopra quattro colonnine, stava allora nel mezzo del campo. Nella comitiva dei mascalzoni sorse un’idea, gettar la tavola nel vicino canale: il disegno venne effettuato col poderoso concorso del grosso Marcon, ma appena il tonfo sconvolse l’acqua, ecco comparire i birri. Fu precipitosa la fuga e nella fuga il “codega” dimenticò sul campo il fanale.

Gli Avogadori, con l’aiuto di quel fanale, scopersero il Marcon, “codega de san Zanipolo“, ma il furbo, capito che gli stracci vanno sempre lavati all’aria, era già fuggito. Gli altri rimasero ignoti.

Era quella tavola per il popolo una specie di monumento quasi venerato, poiché durante la lega di Cambrai, su quella tavola venivano pagate le reclute che s’ingaggiavano sotto la bandiera di San Marco, e nella festa annuale di Santa Marina, in cui si celebrava la fine della lega, la tavola veniva coperta di fiori e imbandierata. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 29 luglio 1925.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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