Case di edilizia residenziale convenzionata (parziale) nell’area dell’ex Fabbrica Junghans, nell’Isola della Giudecca

0
3961
Case di edilizia residenziale convenzionata (parziale) nell'area dell'ex Fabbrica Junghans, nell'Isola della Giudecca

Case di edilizia residenziale convenzionata (parziale) nell’area dell’ex Fabbrica Junghans, nell’Isola della Giudecca

La progettazione degli edifici del quartiere Junghans venne affidata ad alcune delle più importanti firme dell’architettura contemporanea, a Cino Zucchi vennero commissionati cinque edifici: D, B, E1, G1, G2; e la ristrutturazione della costruzione industriale A2-A3, altri edifici vennero affidati a Boris Podrecca, Luciano Parenti e Umberto Barucco, Giorgio Bellavitis, e Bernard Huet.

Gli elementi che caratterizzavano l’intervento erano la conversione degli edifici industriali esistenti ad uso abitativo, un nuovo affaccio sul paesaggio lagunare, una lunga piazza adiacente il giardino della scuola esistente e un nuovo canale posto nel tessuto residenziale a sud.

I sei edifici che compongono l’intervento di Cino Zucchi ripropongono una interpretazione contemporanea delle caratteristiche formali tradizionali delle residenze lagunari. L’edificio A2-A3 è un semplice corpo industriale già esistente. Piccole riforme al suo profilo tentano di dare dignità architettonica al nuovo ruolo di sfondo della piazza. L’edificio B costituisce la ricostruzione integrale di un piccolo corpo esistente affacciato sul Rio del Ponte Longo. L’edificio D è una nuova costruzione per sedici appartamenti di edilizia convenzionata che sostituisce un edificio esistente di cui è conservata la ciminiera come testimonianza del passato industriale. La massa cubica dell’edificio è scavata verso sud da una corte trapezia in marmorino bianco, un luogo intimo che porta dallo spazio pubblico all’ingresso. L’edificio E1 delimita la piazza e il nuovo canale. La facciata verso la piazza, poggiata su un lungo portico, è costituita da uno schermo di lastre di pietra di diverso colore. Il lato verso l’acqua, più semplice, è bucato a piano terra da portali che ne aumentano la permeabilità visiva. Gli edifici G1-G2 che si affacciano su di un giardino comune, sono separati da un taglio che apre un cono visivo verso la Laguna. Le facciate esterne in mattoni sono scavate dalle alte nicchie delle scale mentre, verso il giardino alte torri in acciaio e legno raccolgono i balconi privati. (1)

TOPONOMASTICA:

Le nuove strade che si vennero a formare in seguito alla nuova urbanizzazione furono chiamate: Calle de la Sponza, Fondamenta Sant’Angelo, Ponte, Calle e Ramo dei Bolzeri, Ponte, Fondamenta e Calle dei Scorzeri, Campo e Calle Junghans, Ponte de la Scuola, Calle dei Conza Curame.

Calle de la Sponza Abitava nel 1661 in questo campo una Franceschina quondam Francesco Sponza in casa propria. Essa aveva comperato questa casa da un Francesco Orda, q. Carlo, con istrumento in atti di Lodovico Bruzzoni N. V. e l’aveva traslatata in proprio nome il 19 dicembre 1652. Rileviamo poi che Franceschina q. Francesco Sponza era moglie di Natale Lucon, dal nome del quale traslatò un’altra casa alla Giudecca il 10 giugno 1684, a titolo di pagamento dotale, traslato fatto iscrivere da Francesco Lucon di lei figlio. (2) Un’altra ipotesi potrebbe far derivare il termine dalla spongia cimenti (calce viva), per la presenza di diverse scortegarie o scorzerie che, nei secoli passati, esistevano in quest’area sul bordo prospiciente la laguna. Quando gli scorzeri o i conciatori tagliavano le code delle pelli, scarnavano e toglievano altre parti di scarto ed eseguivano un primo lavaggio in acqua corrente, disponendo poi le pelli nei calcinai opportunamente preparati con quella che anticamente era definita spongia cimenti o flos calcina ossia calce viva. (3)

Fondamenta Sant’Angelo Nel 1518 alcuni Carmelitani della sacra Congregazione di Mantova vennero a stabilirsi in un monastero, da prima posseduto da Benedettino, e posto nell’ isola di San Angelo di Concordia, o corrottamente di Contorta, la quale era stata così denominata per tre sorelle della famiglia Zuccato che furono le prime a vestir di concordia l’abito di San Benedetto nel suddetto monastero, fondato da Angelo Zuccato loro padre (Cod. DCCCCXXXIX, Classe VII della Marciana). Nel 1555 i Carmelitani dall’isola di Sant’Angelo di Contorta, che in progresso di tempo si destinò alla fabbricazione delle polveri, onde si disse Sant’Angelo della Polvere, si trasferirono alla Giudecca, ove ritrovarono un piccolo convento abbandonato dai Cappuccini, ed una piccola chiesa, la quale, rifabbricata, ebbe consacrazione nel 1600 sotto il titolo di Gesù Cristo nostro Salvatore, ma si chiamò volgarmente, di Sant’Angelo o per la figura di un angelo scolpita sul prospetto, o, meglio, per la memoria dell’isola di Sant’Angelo di Concordia, o Contorta. Nel 1708 il convento fu soppresso, od in seguito chiusa anche la chiesa. Essa però nel 1841 si ridonò al divin culto, come oratorio privato, dalla famiglia Cogo. (2) La chiesa venne demolita nel 1943 nel corso dei lavori d’ingrandimento della fabbrica Junghans.

Campo e Calle Junghans Nel 1867 la ditta Battisti attivava nell’ex convento di Sant’Angelo un’officina di conterie con fornace per tiratura di canna e fornelli di arrotondamento. Nel 1878 nelle vicinanze della conteria, precisamente nell’area compreso tra Corte Grandi e il Rio del Ponte Longo sorgeva una fabbrica di orologi. Lo stabilimento fu fondato dalla ditta F.lli Herion, Agenti Generali per l’Italia della Gebrüder Junghans di Schramberg, nel Würtemberg. Nel 1899, Arturo Junghans entra a far parte della ditta che, col nome “Arturo Junghans e Hans Herion” fu condotta sino al 2 aprile 1901; in seguito essa cambio ulteriormente composizione, trasformandosi in “Fabbriche riunite di orologerie di Junghans, Herion e Thomas Haller”. Nel 1903, Herion si staccava dalla ditta, che continuò tuttavia come “Arturo Junghans”. Fu posta sotto sequestro sino al 1922 in concomitanza con gli eventi bellici. La gestione veniva ripresa dallo Junghans sino al 30 giugno 1923, quando fu trasformata in società per azioni “Società Anonima Arturo Junghans”. I fabbricati delle officine coprivano una superficie di 5000 mq circa, su due piani; altri 2000 mq erano coperti da vasti magazzini; unica in Venezia, questa società possedeva presso le officine, altri 3000 mq con case operaie, abitate da dipendenti della fabbrica. La maestranza, completamente veneziana, anzi nella maggioranza, giudecchina, comprendeva intorno agli anni trenta oltre 500 addetti, circa metà donne e metà uomini. (4) La fabbrica continuò la sua attività, specializzata nella fabbricazione di ordigni bellici (soprattutto mine), fino alla sua chiusura nel 1971. Negli anni duemila, dopo un restauro che ne convertì l’uso, negli stabili della fabbrica sono stati aperti un teatro (2005) e dei complessi residenziali (2008), conservando entrambi il nome storico di Junghans. (5)

Ponte, Ponte de la Scuola L’8 maggio del 1907 la Giunta Grimani approvò il progetto per il nuovo edificio scolastico per l’isola della Giudecca che comprendeva una scuola maschile per oltre 400 alunni, una scuola femminile per 350 alunne e un giardino d’infanzia per 210 bambini. L’edificio risolveva adeguatamente la sistemazione della popolazione scolastica dell’isola anche per il successivo ventennio, tenendo conto dell’aumento della popolazione dovuto allo sviluppo delle industrie che vi avevano sede. Nel 1935 la scuola assunse il nome Emanuele Filiberto Duca d’Aosta. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale fu occupata dai militari. Oggi è scuola materna ed elementare, al secondo piano, sede di università. (6)

Calle dei Conza Curame, Ponte, Fondamenta e Calle dei Scorzeri La Giudecca, quale area marginale rispetto agli altri sestieri della città, venne da sempre destinata quale sede dei Conza Curame, in particolare la contrada di Sant’Eufemia. La conciatura comportava numerose fasi di lavorazione: il taglio delle code e delle parti di scarto ed un primo lavaggio; la calcinatura (per evitare la putrefazione) consistente in più immersioni in calce viva, seguite da estrazione e scolatura; la pelatura, scarnatura e rasatura su telaio, mediante una lama; la folatura dei cuori o pigiatura dei cuoi con i piedi; l’immersione in trogoli o tini con acqua dolce (proveniente dalla terraferma) e materie concianti, quali la foglia di somacco, la corteccia di rovere o l’allume di rocca, di norma in tre fasi, l’ultima delle quali poteva durare 5 mesi. (7) Gli Scorzeri avevano due scuole: la Scuola dedicata a San Gabriele, dei conza vari e altre pelli selvatiche e la Scuola di Sant’Andrea, dell’arte degli scorzeri, e sedi di devozione nella Chiesa dei Santi Apostoli Simone e Giuda, e nella Chiesa di Sant’Eufemia. Nel 1773 quest’arte contava 250 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 48 lavoranti e 200 capimastri, ripartiti in 31 scorzerie.

Ponte, Calle e Ramo dei Bolzeri. I bolzeri erano i fabbricanti e venditori di valigie e bauli. Nel 1730 il Senato permette che l’arte dei “selleri, bolzeri e tapezieri” sia a sé stante, staccandosi dall’arte dei “marzeri“. La nuova arte stabilirà la sua sede di devozione presso un altare dedicato alla Beata Vergine nella Chiesa di San Felice, i suoi capitoli si tenevano in chiesa o in sacrestia. La statistica del 1773 contava per i seleri: 6 capimaestri, 12 lavoranti, 3 garzoni. Per i bolzeri: 28 capimaestri, 8 lavoranti, 16 garzoni. Per i tapezieri: 6 capimaestri, 6 lavoranti e 2 garzoni.

(1) http://and-architettura.it/2010/09/20/edifici-residenziali-area-ex-junghans-alla-giudecca-venezia/

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

(3) FRANCO BRUNELLO. Arte e mestieri a Venezia nel medioevo e nel rinascimento.(Neri Pozza Editore. 1981).

(4) Venezia, città industriale. Gli insediamenti produttivi del 19° secolo. Marsilio Editori, 1980

(5) https://it.wikipedia.org/wiki/Ex_Fabbrica_Junghans

(6) http://www2.comune.venezia.it/tuttoscuola/scuole_venezia/duca_daosta/ duca_daosta.htm

(7) ANTONIO MANNO. I mestieri di Venezia.(Biblos 2010)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

SHARE

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.