Traghetto del Ghetto Vecchio sul Rio de Cannaregio
Traghetto soppresso. Il traghetto del Ghetto Vecchio era un traghetto da nolo che aveva il suo stazio nel Rio de Cannaregio, davanti all’ingresso del Ghetto. I suoi confini andavano dal Ponte dei Tre Archi al Ponte di San Leonardo (scomparso con l’interramento del rio omonimo). Aveva nei primi del Settecento trentuno libertà (licenze). All’interno dei suoi confini vi era anche uno stazio del traghetto per Mestre e Marghera. (1)
CANNAREGIO (Sestiere, Fondamenta, Ponte, Canale, Chiovere di). Vogliono alcuni che Cannaregio sia corruzione di Canal Regio, titolo attribuito, per la sua ampiezza, a quel braccio di canale che. partendosi da San Geremia, sbocca per San Giobbe in laguna. Ma, bene riguardando, si vede che meglio tal titolo si addirebbe al prossimo Canal Grande, oppure al Canal della Giudecca. Altri con più ragione sostengono che questo luogo venisse anticamente chiamato Cannarecium, e quindi Cannaregio dalle molte canne chi vi allignavano. Infatti, una cronaca, citata dal Gallicciolli, che arriva al 1410, dice: Cannaregio, imperciocché era channedo e paludo con channelle. Anzi, secondo alcuni, i Malipiero, venuti da Altino, qui si stanziarono per fabbricare navigli, e furono i primi ad usare di queste canne per spalmarli. Né vale l’opporre che le canne poco allignino nell’acque salse, poiché, come nota il Filiasi {Memorie Storiche dei Veneti Primi e Secondi), quelle della nostra laguna erano salmastre per i molti fiumi che vi sboccavano, ed appunto per il canale di Cannaregio si vuole che nelle ore di bassa marea corresse il fiumicello Osellino o Marzenego.
Il circondario di cui parliamo si denominava pure nei primi tempi Paluello, e contava allora pochissimi fabbricati.
Il Ponte di Cannaregio fu fatto per la prima volta in legno nel 1285, leggendosi in un antico cronista che il doge Giovanni Dandolo, l’anno suddetto, fece fabbricare il ponte di Cannaregio dalla banda di San Geremia dorè avanti se passava con una zattera. Dall’iscrizioni poi poste sul medesimo si ricava che sorse in pietra soltanto nel 1580, e che venne restaurato negli anni 1641 e 1777. Si chiama anche Ponte delle Guglie dalle quattro aguglie onde è fregiato. Presso il Ponte di Cannaregio, sulla Fondamenta verso il Ghetto, si scorge un palazzotto archiacuto con sopra un’arma gentilizia e la seguente iscrizione:
Exiqui Durate Lares Virtute Parati
Et Meus Et Serae Posteritatis Honor
Valerius Superchius P.
L’arma e l’edificio appartenevano appunto a Valerio Soperchio, celebre medico, poeta, ed oratore, venuto nel 1480 da Pesaro ad abitare Venezia, ove morì nel 1540, e fu sepolto ai Servi con iscrizione dettata dal Bembo suo compare.
Ricorda il Gallicciolli che nel 1680, scavandosi il Canale di Cannaregio, si ritrovò un tubo il quale menava acqua dolce, e lo crede lavoro dei tempi Romani. Ma il Gradenigo, nei suoi Casi Memorabili Veneziani, dice all’incontro che per mezzo di questo tubo si soleva introdurre l’acqua in una fontana del celebre «giardino appartenente al medico Maffei in Cannaregio. (2)
Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)
(1) GUGLIELMO ZANELLI. Traghetti Veneziani: la gondola al servizio della città. (CICERO Editore).
(2) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).
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