Traghetto di San Silvestro sul Canal Grande, va alla Riva del Carbon

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1682
Riva del Vin a San Silvestro - San Polo

Traghetto di San Silvestro sul Canal Grande, va alla Riva del Carbon

Traghetto soppresso. Il traghetto collegava il Sotoportego del Tragheto a San Silvestro con la Fondamenta del Carbon nei pressi di Cà Farsetti. Nel 1722 aveva diciannove libertà (licenze) e nel 1774 quattordici barche per il servizio notturno. (1)

SAN SILVESTRO (Parrocchia, Campo, Rio Terrà, Fondamenta ora Rio Terrà, Sottoportico, Traghetto). Il leggersi che Vittore, figlio del doge Orso I Partecipazio, salito nel1’ 884 al patriarcato di Grado, era sacerdote di San Silvestro, dà a divedere che questa chiesa esisteva anche prima di quell’epoca. Essa, giusta il Sansovino, venne fondata dalla famiglia Giulia, ossia Andrearda, e con altre chiese figliali obbediva ai patriarchi di Grado, i quali posero la loro sede in un prossimo palazzo quando nel secolo XI furono costretti, per l’insalubrità dell’aere, e lo scemamento degli abitanti, ad abbandonare Grado, e ricoverarsi a Venezia. La chiesa di San Silvestro si rifabbricò, come scrive il Cornaro, nel 1422, e nel 1485 vi si incorporò il prossimo oratorio degli Ognissanti, consacrato nel 1177 da papa Alessandro III. Ebbe un altro restauro nel secolo XVII, senonché, minacciando nuovamente di cadere, fu quasi rialzata di pianta dal 1837 al 1843 sul disegno degli architetti Santi e Meduna.

Benché manchino documenti intorno all’istituzione della parrocchia, essa è certo molto antica, e forse contemporanea alia chiesa. Nel 1810 si allargò la sua periferia aggiungendovisi i circondari di San Giovanni Elemosinario, e di San Matteo con parte di quelli di San Apollinare, e di San Cassiano.

A San Silvestro abitava quel Vendrame, o Beltrame, pellicciajo, che scoprila congiura di Marin Faliero, ma che poscia, credendo d’essere male rimunerato, uscì in sediziose parole, ed in minacce contro il governo. Egli perciò venne confinato per anni dieci a Ragusi, ma fuggitosi in Ungheria, vi ritrovò la morte per mano, si dice, di alcuni complici di Marin Faliero, che colà si ritrovavano.

In faccia alla porta maggiore della chiesa di San Silvestro si vede il palazzo Valier, il cui esterno conserva alcune tracce di qualche dipinto. Vi abitava Giorgio Barbarelli, detto il Giorgione, uno dei più celebri pittori Veneziani, il quale, suonando per eccellenza il liuto, si dilettava d’intrattenersi a festa in questa sua casa, e, per attestato del Ridolfi, ne dipinse a fresco il prospetto, nella cui cima fece alcuni ovati con dentro suonatori, poeti, ed altre fantasie, e nei corsi dei camini gruppi di fanciulli, techi a chiaroscuro, ed in altra parte dipinse due inezie figure, si crede vogliano inferire Federico l’imperatore, ed Antonia da Bergamo, trattogli il ferro dal fianco in atto di uccidersi per conservar la verginità, del cui avvenimento è divulgato un dotto elogio del signor Jacopo Pighetti, ed un poema del celebre signor Paolo Vendramin, e nella parte inferiore sono due storie che mal s’intendono, essendo danneggiate dal tempo.

Il Giorgione nacque nel 1478 a Castelfranco, castello del Trivigiano, e recatosi giovinetto a Venezia, fu discepolo di Giovanni Bellino, condiscepolo di Tiziano, e maestro di Giovanni Antonio Regillo da Pordenone. Essendo ancora in fresca età, morì nel 1511 per sifilide, contratta da una Cecilia sua amica, o, come altri dicono, pel dolore che l’amica medesima gli fosse stata rapita da un di lui scolare. Tanto questa donna gli preoccupava e sensi e cuore da ritrarla, come è fama, nella Vergine posta nel mezzo della stupenda palina eseguita per Castelfranco, e da scrivere un giorno dietro la tavola mentre stava dipingendo:

Cara Cecilia
Vieni, t’affretta,
Il tuo t’aspetta Giorgio Barbarella
. (2)

Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(1) GUGLIELMO ZANELLI. Traghetti Veneziani: la gondola al servizio della città. (CICERO Editore).

(2) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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