Traghetto di San Beneto sul Canal Grande, va alla Calle del Tragheto de la Madoneta

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Calle del Tragheto de la Madoneta - San Polo

Traghetto di San Beneto sul Canal Grande, va alla Calle del Tragheto de la Madoneta

Traghetto soppresso. Il traghetto collegava la Calle del Tragheto a San Beneto con la Calle del Tragheto de la Madoneta. Il traghetto aveva nel 1512 trentadue libertà (licenze) e alla fine del Settecento venti imbarcazioni in servizio notturno. (1)

La chiesa parrocchiale di San Benedetto sorse nel 1005 per cura dei Caloprini, Burcali, Falieri ecc., e nel 1013 fu ceduta da Domenico e Giovanni Falieri al monastero di Brondolo, sotto i vari possessori del quale rimase, finché nel 1435 venne dichiarata indipendente dal pontefice Eugenio VI. Minacciando rovina, si rifabbricò nel 1619, a spese del patriarca Giovanni Tiepolo, e si consacrò nel 1695. Nel 1810 divenne succursale di San Luca.

Riferisce la cronaca del Barbo che adì 26 novembre 1540 el campaniel di S.Benetto in Ven.o a hore 22, e senza algun strepito di temporal, ma da vechiezza, cascò con ruina fin su le fondamenta, et era de domenega, et indivinò non trovasse, ninno a passar, et dannizzò la gesia ruinando uno quarto di quella che fu la parte terso il campo, qual tegnivase con el detto campaniel.

Presso il Traghetto di San Benedetto, il quale è ricordato in un documento del 1293 con le parole: in confinio S. Apollinaris ad tragettum Sancii Benedicti, si scorge un palazzo, eretto, secondo il Sansovino, nel secolo XVI dai Talenti, e passato poi in mano della famiglia d’Anna. Qui soleva frequentare molto Tiziano Vecellio, compare di Martino d’ Anna, ricco mercatante Fiammingo, cui ritrasse col suo magico pennello. Martino fece dipingere a fresco la facciata di questo suo palazzo che guarda il Canal Grande, dal Pordenone. Esso dopo la famiglia d’Anna, venne posseduto dai Viaro, dai Foscarini, e dai Martinengo. Giovanni Conti, anch’esso proprietario del medesimo, lo lasciava, morendo in quest’anno 1872, alla Casa di Ricovero di Venezia.

Il Boschini riferisce che al Traghetto di San Benedetto esisteva un altarino, o capitello, dipinto dal Pordenone, e restaurato dall’Ingoli, dove si vede, egli dice, Maria Annunziata dall’Angelo, il Padre Sterno, e nel soffitto i quattro dottori della Chiesa con doi Angeletti, uno per parte dell’immagine di Maria.

Non lungi dalla chiesa di San Benedetto vi è il teatro di questo nome che, dietro disegno di Francesco Costa, venne eretto nel 1755 dai Grimani, sopra terreno dei Venier, e che distrutto da un incendio nel 1773, fu rifatto in miglior forma per opera di Pietro Chezia. Era il teatro nobile di Venezia innanzi la fondazione di quello della Fenice. Esso va celebrato singolarmente per il ballo che vi ebbe luogo noi 1780, quando i principi ereditari della Russia, sotto il titolo di Conti del Nord, visitarono Venezia. Le sale dorate, dice il Berlan, i lumi, gli specchi, 84 dame sedute ad una tavola circolare, e dietro ad esse una schiera di cavalieri in piedi, al levar del sipario fecero apparir d’improvviso il palco scenico siccome uno degli incantati palazzi delle Mille ed una Notti, e trassero l’applauso e il battere spontaneo delle palme dai principi spettatori. (2)

 (1) Guglielmo Zanelli. Traghetti Veneziani: la gondola al servizio della città. (CICERO Editore).

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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