Traghetto del Corpus Domini sul Canal Grande, va alla Fondamenta San Simeon Picolo
Traghetto soppresso. Il traghetto collegava la riva davanti alla Chiesa del Corpus Domini, demolita nell’Ottocento per far posto alla Stazione Ferroviaria, con la Fondamenta San Simeon Picolo all’altezza del Ponte de la Croce. Il traghetto venne soppresso nel 2004. (1)
CORPUS DOMINI (Campo, Fondamenta del). Lucia Tiepolo, abbadessa del convento dei Santi Filippo e Giacomo in Ammiana, comperato un fondo in questo estremo angolo della città, fabbricò nel 1366 una chiesa di tavole, sacra al Corpus Domini, aiutata in ciò dal mercatante di lana Francesco Rabia, il quale vi aggiunse alcune celle ad uso di convento. Lucia, vestito l’abito di San Benedetto, con una compagna e due donne secolari visse in questo ritiro per lo spazio di 28 anni. In seguito, col mezzo del beato Giovanni De Dominici, e le largizioni delle sorelle Elisabetta, ed Andriola Tommasini, potè fondare una chiesa più ampia, ed un monastero di religiose Domenicane. La fabbrica, incominciata nel 1394, in un anno ebbe compimento. Nei primordi del secolo XV tanto la chiesa quanto il monastero del Corpus Domini restarono mezzo distrutti, per cui nel 1427 Martino V concesse spirituali indulgenze a chi con elemosine concorresse a riattarli. Nel 1440 Fantino Dandolo, poi vescovo di Padova, fatta demolire la vecchia, eresse una chiesa nuova, che nel 1444 fu consecrata da San Lorenzo Giustiniani. Sino al 1534 stette il monastero sotto la direziono dei padri Domenicani, ma da papa Clemente VII fu assoggettato immediatamente alla Sede Apostolica, e nel 1560 da Pio IV sottoposto ai patriarchi di Venezia. Nel 1810 i sacri edifici vennero secolarizzati. In questi ultimi anni restava in piedi ancora la chiesa, ma poi venne distrutta per dar luogo alla stazione della Strada Ferrata.
Decretata da Fapa Urbano IV la festa del Corpus Domini nel 1264, la adottò la Repubblica per i suoi stati con terminazione 31 maggio 1295. Ordinò pure il 22 maggio 1407 che si dovesse fare in quel giorno una solenne processione per la Piazza di San Marco, nella qual circostanza ciascun patrizio camminava appaiato ad un pellegrino, e più tardi ad uno dei poveri della città. Anche anticamente la processione sfilava protetta da una tenda, ad ogni palo della quale solevasi innalzare due candele accese. Nelle ore pomeridiane del giorno del Corpus Domini, affollatissima ne era la chiesa di gente per assistere all’apertura del solenne ottavario, ed alla esposizione dell’Ostia consecrata, che a tal effetto la Confraternita del Sacramento, detta Scuola dei Nobili, trasferiva con pompa dalla parrocchiale di San Geremia. Terminata la funzione, avea luogo sul Canal Grande uno di quei corsi di barche, appellati freschi, perchè in essi si gode l’aura fresca, solita nell’estiva stagione a spirare sull’imbrunire della sera. La processione in Piazza, ed in parte anche il fresco, si conservarono fino a questi ultimi tempi.
Abitò nel monastero del Corpus Domini, guardata gelosamente a vista dai bracchi del governo, Zurla, o Carlotta, figliuola naturale di Giacomo re di Cipro. Essa dippoi venne condotta a Padova, ove, circa il 1480, morì, non si sa bene se di peste o di veleno. Dispiacquero alla Repubblica i regi onori del funerale, e la corona, con cui la povera donna venne sepolta, dovette, per supremo comando, essere mutata in una ghirlanda di erbe e di fiori.(2)
Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)
(1) GUGLIELMO ZANELLI. Traghetti Veneziani: la gondola al servizio della città. (CICERO Editore).
(2) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).
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