Campiello del Librer, Campo San Polo e Rio Terà de Sant’Antonio, sul Rio de le Erbe

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Campo San Polo, Campiello del Librer e Rio Terà de Sant'Antonio, sul Rio de le Erbe - San Polo

Campiello del Librer, Campo San Polo e Rio Terà de Sant’Antonio, sul Rio de le Erbe

Il Rio de le Erbe, che scorreva lungo tutto il lato est del Campo San Polo, venne interrato (a volto) a più riprese in diversi tratti. Una tratto venne interrato agli inizi del ‘700 con la creazione di un ponte piano che copriva un largo settore del rio, e successivamente nel 1761 e nel 1764. Nel 1787 venne interrato ulteriormente lasciando due piccoli rii morti nelle parti terminali; il Rielo de Sant’Antonio nella sua parte nord, e un altro tratto nella sua parte sud, che continuò a chiamarsi Rio de le Erbe. Aveva almeno sette ponti di cui quattro privati, e tre pubblici; il Ponte de le Erbe che lo attraversava all’altezza della Calle de la Madoneta, il Ponte de le Cavalle che lo attraversava all’altezza della Calle Cavalli e un ponte alla fine del campo all’altezza della Calle Bernardo. (1)

I dogi Pietro e Giovanni Tradonico fondarono la chiesa di San Paolo, volgarmente San Polo, nell’837. Non si sa che chiesa tanto antica abbia avuto nei secoli trascorsi alcuna rinnovazione, o restauro, ed è forse perciò, come scrive il Cornaro, che da certi scrittori si attribuisce la fondazione della medesima ad alcune famiglie, le quali soltanto l’avranno rifabbricata. Essa fu ridotta alla forma presente da David Rossi nel 1805. Ebbe compimento nel 1838, e poco dopo si consacrò dal patriarca Monico. Il suo campanile venne finito nel 1362 per opera di Filippo Dandolo, procuratore della fabbrica, e sopra di esso si scorgono due leoni, l’uno dei quali ha il collo avvinghiato da un serpente, e l’altro tiene fra le zampe una testa umana tronca dal busto, allusione, giusta alcuni, alla trama ed alla punizione di Marin Faliero, e, giusta altri, di Francesco Carmagnola. Questi ultimi però non si accorgono che il carattere dello scalpello accenna ad un’epoca alquanto anteriore alla morte dell’infelice generale.

La chiesa di San Polo era anticamente parrocchiale, ma nel 1810 si ridusse a succursale di Santa Maria Gloriosa dei Frari.

Vari palazzi sorgevano un tempo sul campo medesimo, e sebbene alcuno ne sia stato atterrato, vari ne sorgono ancora. A destra di chi viene da Sant’Apollinare si scorge il palazzo Bernardo, poscia Maffetti, che venne dipinto esternamente dal Salviati, e che nel secolo trascorso fu rifabbricato sul disegno forse di Giorgio Massari. Quindi il palazzo archiacuto Soranzo, arricchito un tempo dagli affreschi del Giorgione. Quindi un avanzo dell’antico palazzo Donà con gotico portone, il cui archivolto è scolpito a lemnischi od animali, opere del secolo XIII. Finalmente, girando, il palazzo Corner, ove, prima della sua rifabbrica, operata dal Sammicheli, abitarono molti illustri personaggi, cóme altrove abbiamo notato.

Lungo il Campo San Polo correva una volta un rivo che venne interrato nel secolo trascorso. Il Codice Cicogna 264 in data 27 aprile 1761 ha la seguente annotazione: “In Campo S. Polo atterrarono il canale, e disfecero li muri ch’erano dintorno al d.to, e così fecero il campo assai spazioso”. (2)

(1) ConoscereVenezia Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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