Ponte Correr, sul Rio de la Madalena. Fondamenta de le Colonete – Calle Correr
Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, balaustre in ferro.
CORRER (Ponte e Calle, Calle) a Santa Fosca. Da Torcello, sullo spuntare del secolo IX, venne in Rialto la famiglia Correr, o Corraro, annoverata nel 1297 dal doge Pietro Gradenigo fra quelle cui spettava l’ereditario diritto di appartenere al Maggior Consiglio. Rifulse principalmente questa famiglia per le dignità della chiesa. Un Pietro Correr, che fiorì nel 1270, fu arcivescovo di Candia, e patriarca di Costantinopoli. Un Angelo si vide, il primo dicembre 1406, innalzato al soglio pontificio, sotto il nome di Gregorio XII. Beriola di lui sorella, sposatasi ad Angelo Condulmer, fu madre di Gabriele, divenuto anch’egli pontefice sotto il nome di Eugenio IV, ed ava dell’altro pontefice Paolo II Barbo. Antonio Correr, nipote di papa Gregorio XII, morì nel 1445 in concetto di santo, essendo cardinale e vescovo di Porto, Ostia, e Velletri. Egli istituì i canonici regolari di San Giorgio in Alga di Venezia, e nella loro chiesa ebbe sepolcro. Un altro Antonio, dell’ordine dei Predicatori, venne insignito del vescovato di Ceneda nel 1406. Gregorio, nipote del cardinale Antonio, fu eletto nel 1459 vescovo di Vicenza, o quindi nel 1465 trasferito al patriarcato di Venezia, ma morì nell’anno medesimo prima di prendere il possesso della sua nuova dignità. Ciò avvenne anche ad un altro Gregorio, destinato nel 1460 da papa Pio II al vescovato di Padova. Finalmente Antonio Francesco Correr, dopo aver percorso tutti i gradi della milizia marittima, fattosi Cappuccino, restò eletto pur egli patriarca di Venezia nel 1734. Uscirono inoltre da questa casa vari Procuratori di San Marco, Capitani di mare, Provveditori di Campo, e Rettori di Provincie. Né vuol essere pretermesso, quel Teodoro Correr, il quale, morendo nel 1830, legò alla nostra città un suo casamento posto a San Giovanni Decollato, sopra il Canal Grande, adorno di una doviziosa raccolta di quadri, statue, libri a stampa, manoscritti, medaglie ecc., e fissò nel tempo istesso buone rendite pel mantenimento di tali oggetti preziosi costituenti oggi, con altre aggiunte, il patrio Museo. Il palazzo a Santa Fosca, che dà il nome alle strade per noi illustrate, venne in proprietà dei Correr soltanto al principio del secolo decorso. Qui venne ospitato, appena caduta la Repubblica, Carlo Botta, come egli stesso confessa nella sua Storia d’Italia dal 1789 al 1814, ove dopo aver descritto il piantamento dell’Albero della Libertà in Piazza di San Marco, e lo spettacolo che quella sera medesima si diede al teatro della Fenice, così continua: Certo, feste e rallegramenti più crudeli di questi non furono al mondo mai. Ricordami, e sia l’ultima volta, che in queste lagrimevoli storie io favelli di me, che trovandomi in palco di una nobile donna Contarini, se la memoria non falla, sposata ad un Correr da Santa Fosca (Pietro, padre di Giovanni già podestà di Venezia) che fu almirante delle navi, ed a casa il quale io mi godevo a quei tempi una dolce e cordiale ospitalità, in veder quelle apparenze ed in pensare al fatto sentirmi quasi dividere e lacerare in due dentro me stesso ecc.
Dalla famiglia Correr si denominarono vario strado di Venezia. (1)
(1) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).
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