Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino alla chiesa)

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Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino la chiesa) - Castello

Pozzo di Campo Bandiera e Moro o de la Bragora (vicino alla chiesa)

Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata con quattro archi sui lati e quattro vele agli angoli. Su un lato della vera è scolpito, a bassorilievo, San Giovanni Battista. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica convessa.

Chiesa di San Giovanni in Bragora (detto San Zuane de la Bragola). Questa chiesa, una delle otto fabbricate per rivelazione a San Magno Vescovo, fu restaurata l’anno 817 per opera di Giovanni Talonico. Due volte fu riedificata nel 1178 e nel 1475, e restaurata nel 1828. Ai nostri giorni ebbe nuovo restauro, se pur restauro si può chiamare quello che vi hanno fatto gli imbiancatori e gli impiastricciatori: degni di essere veduti ed ammirati come curiosità artistica, sono i capitelli delle colonne, che acquistarono il colore del verde antico mercé la virtù del pennello.

È ricca di belle pitture: a destra, presso la prima cappella, un piccolo quadro che rappresenta Santa Veronica, sullo stile di Palma il Vecchio, e sopra un ritratto del Salvatore della scuola di Tiziano. Dopo la prima cappella, sulla parete, tre figure, Sant’Andrea, San Girolamo, San Martino, di Vettor Carpaccio; il quadro che rappresenta la Cena di Nostro Signore è di Paris Bordone. Nel secondo altare, sul muro laterale a sinistra, si ammira nella mezza luna il trasferimento del corpo di San Giovanni Elemosinario (1249) di Jacopo Marieschi, lavoro del secolo XVIII, ma senza i difetti di quel secolo. Di Leonardo Corona sono i due quadri che rappresentano la Flagellazione e la Incoronazione di spine, posti lateralmente alla porta della sacristia. E del Vivarini tre dei sei quadretti che si trovano nel corridoio che mette dalla sacristia al coro, il Redentore, San Giovanni e San Marco; e gli altri tre, rappresentanti la storia della invenzione della Croce, del Cima. Nei due pilastri che dividono la cappella maggiore dalle due laterali il quadro con Sant’ Elena e Costantino sostenenti la Croce, e del Cima; l’altro, con la Risurrezione di Gesù Cristo, del Vivarini. Dietro l’altare maggiore la tavola rappresentante il battesimo di Gesù Cristo è lavoro del Cima. Domenico Maggiotto che la ristorò, dice saviamente il Moschini, ha bensì buscato cento zecchini, ma non avrà che biasimo dagli intelligenti. A sinistra, dopo la cappella laterale alla maggiore il quadro che rappresenta Gesù Cristo condotto da Pilato, è di Jacopo Palma. È pur suo l’altro quadro con Gesù Cristo lavante i piedi agli Apostoli; e sono del Vivarini le tre figure in campo d’oro, Sant’Andrea, Nostra Donna e il Battista.

Varie confraternite esistevano in questa chiesa: della Madonna del Giglio, di San Giovanni Elemosinario, dell’Annunciazione, di San Bernardino per i fila-canape dell’Arsenale, di Sant’Andrea per i sabbionai e di San Giovanni Battista. Per concessione di Paolo Il (Pietro Barbo, patrizio veneto) i piovani di questa chiesa potevano licenziare dottori e portare in coro il rocchetto ed il mantelletto. (1)

(1) BERNARDO e GAETANO COMBATTI. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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