Famiglia Zeno

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Campiello Zen, 2580 (San Polo) - Stemma Zen

Famiglia Zeno

Zeno. Se prestar fede volessimo all’imaginoso co. Jacopo Zabarella, crederemmo che la famiglia Zeno fosse derivata dalla gente Fannia consolare di Roma, la quale fa poi discendere per fantastica scala dai regi antichissimi degli Aborigeni, e questi niente meno che dal patriarca Noé, laonde d’infiniti eroi e principi popola quella stirpe, da destare ilarità nell’animo perfino di Eraclito, se a riviver tornasse per leggere cotante favole agglomerate sì bizzarramente. A lasciare adunque da canto queste ed altre ridevoli cose dallo Zabarella narrate intorno alla famiglia Zeno, diremo, che tutte le venete cronache concordano nell’assegnare ad essa famiglia antica dimora nell’isola di Burano, colà venuta da Padova; e quindi annoverata fra le dodici vetuste case, nelle quali venne stabilito il corpo della nobiltà patrizia, concorrendo ad eleggere con le altre il primo doge. Ducando poi Angelo Partecipazio, si traferì in Rialto, ove stabilì permanente sede, e fiorì ricchissima per uomini illustri in tutte facoltà, e crebbe in potenza, da dominar lungamente sopra alcune isole dell’Arcipelago, tra cui sopra quella d’Andros, e di possedere le castella di Monteverde e di Francavilla con la nobile terra di Montegranaro nella Marca, e l’isola di Frislanda nel mare settentrionale, quest’ultima scoperta alla fine del secolo XIV da Nicolò Zeno, che vi dominò unitamente al fratello Antonio. Eresse questa famiglia parecchi palazzi nobilissimi per propria dimora, sendosi propagata in vari rami; e tiene molti cospicui monumenti e memorie sparse nelle venete chiese, ed altrove.

Usavano anticamente li Zeno per arme un capro nero in campo d’oro, ma avendo Riniero doge, come dice il Cappellari, debellato e preso Andrea Fieschi, capitano di Genova, spogliatolo delle gentilizie sue insegne, che erano sei bande d’argento e di azzurro, quelle aggiunse al proprio scudo, accrescendo però due altre bande dei colori medesimi, cosicché in tutte fossero otto, e ciò per non convenire totalmente colle armi dei Fieschi. Innalzarono poi li Zeno due armeggi; uno cioé, il riferito, di quattro bande d’argento e quattro di azzurro alternate; l’altro inquartato, con nel primo ed ultimo punto una Dolce nera in campo d’argento, in vece del capro, e nel secondo e terzo le bande descritte.

Il doge Riniero Zeno ebbe a padre Pietro q. Marino. Sostenne le podesterie di Verona (1229-30), di Bologna due volte (1232 e 1240), di Piacenza pure due volte (1234 e 1236-37), e di Treviso (1235), le quali cariche esercitò con molta fama di rettitudine e sapienza. Eletto poi generale della flotta contro Zara ribelle, dopo due mesi di resistenza, la domò. Come rappresentante della Repubblica, unito a Marino Morosini ed a Marino Canale, intervenne al concilio convocato in Lione dal pontefice Innocenzo IV, nel quale fu scomunicato l’imperatore Federico II. Era finalmente, nel 1253, podestà di Fermo, quando fu eletto doge. Menò a moglie Luigia contessa di Trota, dalla quale non ebbe prole. Fu il primo che cinse il corno ducale di una fascia d’oro, che prima era d’argento; ovveramente, come altri dicono, di semplice velluto chermesino; ed usò grande splendidezza, massime nelle pubbliche comparse, giusta la testimonianza del cronacista Martino da Canale. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Sotoportego de Cà Zen, 2566 (San Polo) – Rio Terà, 2603 (San Polo) – Rio Terà, 2606 (San Polo) – Campiello Zen, 2580 (San Polo) – Rio Terà, 2614A (San Polo) – Fondamenta Zen, 4923 Cà Zen (San Polo)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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