Famiglia Zeno

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Stemmi della famiglia Zeno. Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Zeno

Se prestar fede volessimo allo Zabarella, crederemmo che la famiglia Zeno fosse derivata dalla gente Fannia consolare di Roma, la quale fa poi discendere per fantastica scala dai regi antichissimi degli Aborigeni, e questi niente meno che dal patriarca Noé, perciò d’infiniti eroi e principi popola quella stirpe, da destare ilarità nell’animo perfino di Eraclito, se a riviver tornasse per leggere cotante favole agglomerate sì bizzarramente. A lasciare adunque da parte queste ed altre ridevoli cose dallo Zabarella narrate intorno alla famiglia Zeno, diremo, che tutte le venete cronache concordano nell’assegnare ad essa famiglia antica dimora nell’isola di Burano, colà venuta da Padova; e quindi annoverata fra le dodici vetuste case, nelle quali venne stabilito il corpo della nobiltà patrizia, concorrendo ad eleggere con le altre il primo doge.

Ducando poi Angelo Partecipazio, si traferì in Rialto, ove stabilì permanente sede, e fiorì ricchissima per uomini illustri in tutte facoltà, e crebbe in potenza, da dominar lungamente sopra alcune isole dell’Arcipelago, tra cui sopra quella d’Andros, e di possedere le castella di Monteverde e di Francavilla con la nobile terra di Montegranaro nella Marca, e l’isola di Frislanda (isola mai definita) nel mare settentrionale, quest’ultima scoperta alla fine del secolo XIV da Nicolò Zeno, che vi dominò unitamente al fratello Antonio. Eresse questa famiglia parecchi palazzi nobilissimi per propria dimora, sendosi propagata in vari rami; e tiene molti cospicui monumenti e memorie sparse nelle venete chiese, ed altrove. (1)

Renier Zen, spedito nel 1240 con quarantacinque galere contro i Zaratini ribelli, li ridusse ad obbedienza, e poi riportò vittoria contro i Genovesi, cui ritornò a debellare dopoché nel 1252 venne assunto al soglio ducale. Egli morì nel 1268, e ritrovò in Andrea e Marco, suoi fratelli, due emuli del suo valore contro i nemici del nome Veneziano. Pietro Zeno, cognominato Dragone, fu eletto nel 1334 generale di cento galere contro i Turchi; nel 1337 pugnò contro gli Scaligeri; e nel 1344 conquistò Smirne. Senonchè, mentre stava assistendo al divino sacrificio, celebrato dal legato del pontefice in ringraziamento della vittoria, cadde sotto i colpi degli infedeli che avevano ricuperato la piazza. Gloria ancor più grande acquisissi Carlo di lui figlio, che nel 1380 salvò la Repubblica dall’ imminente rovina, quando i Genovesi, presa Chioggia, s’avvanzavano contro Venezia. Egli ebbe due fratelli Nicolò ed Antonio che, equipaggiata una nave a proprie spese, si spinsero a settentrione dell’oceano Atlantico, e scopersero il Drogeo, ora detto Terra del Labrador, nell’America settentrionale con altre regioni.  (2)

Usavano anticamente gli Zeno per arme un capro nero in campo d’oro, ma avendo Riniero doge, come dice il Cappellari, debellato e preso Andrea Fieschi, capitano di Genova, spogliatolo delle gentilizie sue insegne, che erano sei bande d’argento e di azzurro, quelle aggiunse al proprio scudo, accrescendo però due altre bande dei colori medesimi, cosicché in tutte fossero otto, e ciò per non convenire totalmente colle armi dei Fieschi. Innalzarono poi gli Zeno due armeggi; uno cioé, il riferito, di quattro bande d’argento e quattro di azzurro alternate; l’altro inquartato, con nel primo ed ultimo punto una Dolce nera in campo d’argento, in vece del capro, e nel secondo e terzo le bande descritte. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Renieri Zeno. Doge XLV. Anni 1252-1268

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Sotoportego de Cà Zen, 2566 (San Polo) – Rio Terà, 2603 (San Polo) – Rio Terà, 2606 (San Polo) – Campiello Zen, 2580 (San Polo) – Rio Terà, 2614A (San Polo) – Fondamenta Zen, 4923 Cà Zen (San Polo)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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