Pozzo in Campo de l’Anzolo Rafael, nel Sestiere di Dorsoduro
Vera: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata sostenuta da quattro volute di foglie. Su due lati della vera sono scolpiti dei tondi contenenti dei segni, o cifre, sopra i tondi è incisa la scritta: “MCCCXLVIIII. TOI XV O.LVIO / MARCHO .RI.R FIIO CHEFO .O / D.ANTVONO .RI.R .O S. / B. ME FECI”; su altri due lati sono scolpiti, a bassorilievo, due stemmi della famiglia Arian. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica convessa. (1)
La famiglia Arian, venuta fra noi da Ariano in Puglia, fondò, come alcuni dicono, la chiesa dell’Angelo Raffaele e più tardi quel magnifico palazzo che sorge non lungi, e che oggidì serve ad uso di pubbliche scuole. Da principio gli Ariani appartenevono al Consiglio, ma poi ne decaddero.
Un Marco q. Antonio di questa famiglia, ordinò nel suo testamento, fatto il 19 maggio 1348 in atti di Giovanni Cresci, e pubblicato il 16 luglio dello stesso anno da prete Ogniben, pievano di San Giovanni di Rialto, che in Campo dell’Angelo Raffaele si costruissero due pozzi con il proprio stemma, e con il proprio segno, sopra ognuno dei quali si dovesse scrivere che “sia chomune al puovolo et boni homeni della contrada”.
Oggidì in quel campo esiste un pozzo soltanto con lo scudo Ariani scalpellato sopra due lati, e col nome di Marco Arian, e la data 13 luglio 1349 sopra i due altri. Sotto l’iscrizione vi è il segno, o cifra, di Marco Arian. Pretendono alcuni dalle parole major S.Raphaelis, che si leggono nell’epigrafe posta sulla di lui tomba nel chiostro dei Carmini, che egli fosse capo contrada dell’Angelo Raffaele.
Da quanto abbiamo esposto si vede chiaramente l’errore del Selvatico, che prese il suddetto Marco Arian per un maestro architetto, e credette che egli desse il disegno del pozzo, mentre non ne fu che l’ordinatore soltanto. (2)
(1) ConoscereVenezia
(2) G.Nissati (Giuseppe Tassini). Aneddoti Storici Veneziani. 1897.
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