Le Sibille, nel Presbiterio della Chiesa di Santa Maria di Nazareth vulgo degli Scalzi

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La Sibilla Libica. Chiesa di Santa Maria di Nazareth vulgo degli Scalzi. Sestiere di Cannaregio

Le Sibille, nel Presbiterio della Chiesa di Santa Maria di Nazareth vulgo degli Scalzi

Le Sibille erano delle vergini, le quali avevano la cognizione del futuro e del modo con cui si potevano allontanare le sventure, e specialmente del modo con cui placare l’ira degli Dei, e che comunicavano la loro scienza per mezzo di versi ispirati. 

Pare che anticamente il numero di tali profetesse fosse assai grande, poiché si conoscono delle Sibille egizie, ebree, persiane, babilonesi e italiane. La Sibilla Frigia portavava i capelli sparsi per le spalle, e vestiva di rosso; la Libica portava una ghirlanda verde; la Persica vestiva abito d’oro, e si copriva di velo bianco; e così l’Europea della quale si legge che era bellissima. Gli attributi comuni delle Sibille erano il libro e la penna.

La più famosa di tutte fu la Sibilla Cimana della Campania, di cui l’antica leggende narra, che sotto il regno di Traquino Prisco, o, come altri vogliono, di Tarquino il Superbo, comparve davanti al re una donna che era una sibilla, o veniva da parte di una sibilla a vendere al re nove libri. Il re ricusò di comperarli, perciò essa ne bruciò tre, e tornata davanti al re, ne chiese il medesimo prezzo che per tutti nove. Il re li rifutò nuovamente; ma quando la donna, dopo averne bruciati altri tre, tornò domandando sempre lo stesso prezzo, la sua curiosità fu eccitata; perciò li comperò e la donna disparve. Questi tre libri erano i Libri Sibillini molto rinomati nella storia di Roma, poiché contenevano nientemeno che i Fata urbis Romae (il destino della città di Roma). Chi fosse poi questa sibilla non è certo.

Si narra che la Sibilla di Cuma, figlia di Glauco, abitasse una spelonca vicina a quella città. Apollo, di essa innamorato, non ottenne il suo amore che a patto di farla vivere tanti anni, quanti granelli di sabbia avrebbe potuto tenere in mano, perciò divenne così decrepita, che non le rimase altro fuorché la voce per profetare. (1)

La chiesa di Santa Maria di Nazareth vulgo degli Scalzi, è decorata con sei statue di Sibille erette su piedistalli all’interno del presbiterio, opere di Giovanni Marchiori. Le Sibille rappresentate sono: la Delfica, l’Ellespontina, la Libica, la Persiana, la Tiburtina e la Samica. (2)

(1) Giuseppe Ronchetti. Il Dizionario Illustrato dei Simboli. Ulrico Hoepli Editore Milano 1922

(2) ConoscereVenezia

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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