Il Vento della Fortuna, il complesso scultoreo in rame alla Punta della Dogana

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La Fortuna. Punta della Dogana

Il Vento della Fortuna, il complesso scultoreo in rame alla Punta della Dogana

La Fortuna, dispensatrice del bene e del male, venne talora rappresentata con due facce, una bianca, la buona, l’altra nera, la cattiva fortuna. Nei marmi antichi si vedeva seduta quale donna onestamente vestita da matrona, mesta in viso e sconsolata davanti alla quale si trovava una giovane bella vaga d’aspetto e lieta, che le dava la mano destra, la quale raffigura la Fortuna presente; e di dietro si vedeva un’altra fanciulla, malinconica, appoggiata alla sedia della matrona, che rappresentava la passata Fortuna.

Essa veniva anche rappresentata cieca e calva con le ali ai piedi, uno dei quali poggiava sopra una ruota e l’altra in aria. I Sciti rappresentavano la Fortuna alata, e senza piedi per significare che mai si ferma. Alcuni la idearono che faceva di sè vela fra onde agitate; altri la posero in cima a una rupe o su un monte, per mostare che ogni lieve soffio di vento poteva farla voltare; altri ancora la figurarono su un cavallo in corsa sfrenata, seguita dal Fato o Destino, armato d’arco e di frecce; in atto di colpirla per arrestarla.

Il vero tipo della Fortuna fu fissato all’epoca Romana. Allora si rappresentava la dea sotto l’aspetto di una donna in piedi, talvolta velata o alata, portando diversi attributi, di cui i principali erano: la cornucopia, emblema della sorgente di tutti i beni materiali; la palla e la ruota, emblemi d’instabiltià e fugacità; il timone, emblema del governo delle vicende umane. Una rappresentazione comune consisteva in una giovane nuda, che poggiava il piede su una ruota alata; con una benda sugli occhi, perché la fortuna è cieca; da una cornucopia rovesciata spargeva monete d’oro, e, talvolta, portava uno stafile in mano, emblema dei colpi dell’aversa fortuna. (1)

Sopra la torre quadrata della Punta della Dogana, s’innalza il complesso scultoreo, in bronzo, allegoria del Vento della Fortuna, opera di Bernardo Falcone. Due figure di atlanti sostengono una  sfera dorata sopra la quale poggia la statua della Fortuna, la dea tiene tra le mani una vela quadrata e per mezzo di questa si sposta nella direzione dove soffia il vento (anemoscopio). (2)

(1) Giuseppe Ronchetti. Il Dizionario Illustrato dei Simboli. Ulrico Hoepli Editore Milano 1922

(2) ConoscereVenezia

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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