I liston e i passeggi dei veneziani

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Gabriele Bella. Passeggio in Riva degli Schiavoni. Fondazione Querini Stampalia (foto dalla rete)

I liston e i passeggi dei veneziani

Leggesi nelle cronache che uno degli antichi passeggi di Venezia nella stagione invernale era quello del Campo di San Stefano, e che si appellava listone perchè facevasi sopra una lista selciata del campo, ancora nell’altre parti ricoperto dall’erba. Per godere del passeggio suddetto, assai frequentato, specialmente di carnevale, e solito a fervere verso il finire della giornata, disponevansi, quinci e quindi, alcuni ordini di sedili.

Esso, con il progredire del tempo, si trasportò in Piazza di San Marco, ove pure si ha memoria di sedie collocate a comodo degli accorrenti, con la spesa di cinque soldi per una. Più tardi poi sorse l’usanza di non tenerlo più nelle ore vespertine, ma bensì dopo le due pomeridiane, incominciando dal giorno di San Stefano. In quella, e nelle feste successive, si sfoggiavano dal bel sesso gli abiti più nuovi e più belli, i più ricchi pendenti, monili, braccialetti, ed anelli, con le più splendide acconciature di testa, non di rado tempestate di gioie. 

Altro passeggio era quello della Riva degli Schiavoni, massime dal 1780 in poi, epoca nella quale fu allargata, come presentemente si vede. Vi erano anche i passeggi delle Zattere, che si costumavano il primo giorno di Quadragesima, ed i passeggi delle Fondamente Nove, località quest’ultima che nei tempi trascorsi era assai più frequentata d’adesso. Per cui, presso le Fondamente Nuove, ebbero vita due teatri, il così detto Casino dei Nobili, due Racchette, e la celebre Cavallerizza di cui più sopra si fece parola. 

S’aggiungano i passeggi, sul rompere dell’alba, in Erberia a Rialto. Di questo curioso passatempo così parla Giacomo Casanova. “Le persone della buona società, che vanno a passeggiare in Erberia di buon mattino, convengono col dire che ci vanno per godersi il piacere di veder arrivare centinaja di barche cariche di legumi, frutta e fiori, provenienti dalle numerose isole vicine alla città. Ma tutti sanno che accorrono di preferenza all’ Erberia, unitamente alle loro belle, per respirare un’aria più libera che li calmi, quei giovanotti, i quali hanno passata la notte nei piaceri di Citera, e nell’orgia, oppure, oppressi dalla cattiva fortuna, o vittime dell’imprudenza, hanno perduto l’ultima loro speranza. Il gusto di questa passeggiata prova quanto il carattere d’una nazione possa cambiare”.  (1)

(1) Giuseppe Tassini. Feste, spettacoli, divertimenti e piaceri degli antichi veneziani. Venezia. Stabilimento Tipografico Fontana. 1891

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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