La Galleggiante e i Freschi notturni in Canal Grande

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Giovanni Grubacs. Fresco notturno sul Canal Grande con la galleggiante. (foto dalla rete)

La Galleggiante e i Freschi notturni in Canal Grande

La prima galleggiante venne inaugurata la sera del 28 luglio 1825, per la Sagra di Santa Marta, dove prendeva posto l’arciduca Francesco Carlo e l’arciduchessa Sofia in visita a Venezia.

La costruzione venne affidata al professore Giuseppe Borsato dell’Accademia delle Belle Arti. Un fermo suolo era stato posto su di una chiatta, che aveva forma di lungo rettangolo, e che alle intestature veniva a formare due semicircoli circondati all’intorno da balaustri. Alla foggia di tempietto si alzava nel centro una rotonda, la quale ai due lati, verso poppa e prua, aveva due corpi quadrati, l’uno che serviva ad atrio, l’altro ad entrata. Quando si volgeva lo sguardo verso prora, si scorgeva su una conchiglia, da Nereidi sostenuta, una statua sedente, che l’adriaca donna rappresentava; e quando lo si volgeva a poppa, si vedeva un’altra figura in pieno rilievo, che il dio del mare esprimeva. Gli ornamenti del  naviglio erano del più finito gusto, e gli uni con gli altri mirabilmente armonizzavano, merito esclusivo di Francesco Chiurlotto, tappezziere, fra i quali belli e grandissimi erano dei cespi contenenti mille fogge di fiori disposti ai fianchi dei due corpi quadrati. Ampie zimarre di chermisino velluto indossavano i rematori, e di aurato drappo era il loro sott’abito. Calzavano pure in velluto, ed in capo aveano un quadrato berretto di egual stoffa che le guarnache ed il calzare. (1)

Più tardi la galleggiante, in altre forme costruita, venne utilizzata per spettacoli pubblici, preordinati una o due volte al più in estate. Sopra una gran piatta, una struttura che somigliava vagamente alla struttura della prima galleggiante, illuminata a palloncini, prendevano posto cori, orchestra, artisti di qualche valore.

Il punto di partenza era di ordinario il Fondaco dei Turchi, nel tratto del Gran Canale che corre fra la Chiesa di San Geremia e quella di San Stae (Sant’Eustacchio). Ivi si riunivano gondole, battelli, barche di ogni forma, che si raggruppavano attorno alla galleggiante. Lo spettacolo iniziava verso le nove di sera con l’esecuzione del primo pezzo del programma musicale, che si pubblicava a mezzo dei giornali cittadini. Indi la galleggiante si muoveva e le barche dietro, prima poche  poi, man mano che la galleggiante procedeva lungo il Canale Grande, il loro numero aumentava, per modo che sotto al ponte di Rialto, dove il Canale è più stretto, le barche coprivano interamente la superficie dell’acqna

Il corteo sfilava per il canale tra i palazzi illuminati all’interno, e tra fuochi di bengala che si accendevono sulle rive, negli atri dei maggiori edifici, sul ponte di Rialto,  e più innanzi nel bacino di San Marco,  altri fuochi si accendevono nelle barche da cui era accompagnata la galleggiante; ed era una vera fantasmagoria, una festa di colori e di forme. Finchè l’orchestra suonava o si cantavano i pezzi del programma e la galleggiante si fermava in certi luoghi determinati, dinanzi alla Cà d’Oro, sotto al ponte di Rialto, dinnanzi al Municipio, alla volta del canale presso a Cà Foscari, tutti facevano silenzio e stavano a sentire religiosamente la musica.  Con queste fermate, con la difficoltà del movimento, s’impiegano tre ore e più a percorrere tutto il Canale Grande fino alla Piazzetta di San Marco, dove la serenata finiva con l’ultimo pezzo di musica, e dove la galleggiante arrivava accompagnata da poche gondole, perchè le più l’avevano abbandonata per via. (2)

(1) P. G. Morolin. Un viaggietto a Venezia nel mese di ottobre mille ottocentrentotto di un Viniziano adorno d’Incisioni e Litografie. Venezia 1839

(2) Venezia colpo d’occhio letterario, artistico, storico, poetico e pittoresco sui monumenti e curiosità di questa città per Giulio Lecomte. Prima Versione italiana. 

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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