Rio dei Gesuiti, nel Sestiere di Cannaregio
Il Rio dei Gesuiti, il quale deve il suo nome al prospiciente monastero della Compagnia di Gesù o dei Gesuiti, è una continuazione del Rio dei Santi Apostoli, inizia all’incrocio formato con il Rio dei Gozzi e termina nel Canale de le Fondamente Nove, all’altezza del palazzo Donà. (1)
Nel 1150, o 1155, i padri Crociferi, volgarmente Crosechieri, con l’aiuto di certo Pietro Gussoni, o Cleto Grausoni, edificarono iu questa situazione un monastero, un ospitale, ed un tempio dedicato a Santa Maria Assunta, che fu rifabbricato dopo l’incendio del 1214. Passati in commenda tutti i conventi dell’ordine dei Crociferi, questo di Santa Maria Assunta fu concesso nel 1464 al cardinale Pietro Barbo, e poi al celebre Bessarione, che morì nel 1472.
Frattanto, essendo i Crociferi caduti in una gran rilassatezza di costumi, tentò il Senato presso la Santa Sede che fossero espulsi dal loro convento, e vi sottentrassero monache Francescane. Ma nè le Francescane, né i canonici regolari di Santo Spirito, nè i religiosi Serviti, intenti tutti in varie epoche a possedere il convento citato, poterono venire a capo dei loro desideri.
Esso fu preda delle fiamme nel 1514, ed ebbe perciò una rifabbrica. In seguito Pio V ridonò ai Crociferi tutte le rendite delle commende, già confiscate, e li recò nel 1568 a regolare riforma. Essendo però quei padri ricaduti nei loro errori, Innocenzo X soppresse 21 dei loro conventi, lasciandone sussistere soli 4, a capo dei quali costituì questo di Venezia. Anche i quattro superstiti furono finalmente soppressi da Alessandro VII nel 1656 onde assegnarne i beni alla Repubblica, travagliata dalla guerra di Candia.
In tale congiuntura i Gesuiti, che nel 1606, per le controversie fra la Repubblica e papa Paolo V, si erano partiti da Venezia, ritornando, acquistarono per cinquantamila ducati il convento dei Crociferi, e nel 1657 vi fissarono domicilio.
Essendo la chiesa cadente, si prese nel 1715 a rialzarla dai fondamenti, ed in tre lustri venne compiuta sul disegno di Domenico Rossi. G. Battista Fattoretto innalzò la facciata.
Soppressi i Gesuiti nel 1773, il loro convento servì ad uso delle pubbliche scuole, e nel 1807 di caserma. La chiesa si mantenne ufficiata, come sussidiaria della parrocchia dei Santi Apostoli, fino al 1844, in cui si restituì ai Gesuiti, i quali presero ad abitare alcune case contigue verso le Fondamente Nove, ed aperta si mantiene tuttora, quantunque i Gesuiti abbiano dovuto nuovamente nel 1867 abbandonarla. (2)
Viene attraversato dai seguenti ponti:
- Ponte Donà, in pietra
- Ponte de l’Acquavita, in ghisa
Sulle sue rive si affacciano:
- Campiello dei Felzi
- Calle Larga dei Boteri
- Sotoportego dei Volti (1)
(1) ConoscereVenezia
(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872
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