Il Teatro Vendramin, di San Luca (1622-1833) poi Teatro Apollo (1833-1875), infine Teatro Goldoni (1875)
Il teatro Carlo Goldoni è il più antico teatro di Venezia ancora oggi esistente ed è il quarto più antico in assoluto della città, dopo il Teatro Michiel, il Teatro Tron (1581) e il Teatro di San Moisè (1613). Venne costruito dalla famiglia Vendramin nel 1622, di cui prese il nome. L’inaugurazione del teatro, chiamato anche di San Salvador e di San Luca, avvenne nell’autunno di quell’anno, con uno spettacolo della Compagnia Gli Accesi.
Per i primi 30 anni andarono in scena solamente spettacoli comici. Nel 1653 il teatro fu distrutto da un violento incendio; i nuovi proprietari, Andrea e Zanetta Vendramin, decisero di ricostruirlo all’interno delle vecchie mura rimaste intatte e di affidarlo a conduttori esterni, beneficiari di tutti gli introiti, ma tenuti a corrispondere ai Vendramin un reddito annuo di 1.000 ducati, oltre a essere responsabili di tutte le spese.
Andrea e Zanetta tennero il teatro per quarant’anni continuando a servirsi di impresari conduttori esterni. Merita menzione l’investitura dell’impresario Gaspare Torelli, figura eminente nel panorama della cultura veneziana dell’epoca. Librettista, costumista, impresario e all’occorrenza anche scenografo, Torelli firmò il suo primo contratto coi Vendamin nel 1681 e lo rinnovò per due volte (cosa mai accaduta prima). In questi pochi anni lasciò di sé un’impronta importante sia per il livello della programmazione, sia per le migliorie strutturali: restaurò e ingrandì la sala e il palcoscenico, rinnovò la dotazione e consegnò al pubblico veneziano del San Salvador splendide stagioni teatrali.
Il successo dovuto alla presenza intraprendente di Gaspare Torelli venne contrastato dall’interferenza della famiglia Grimani, proprietaria nel frattempo di tre teatri: il San Samuele, il SS. Giovanni e Paolo e il San Giovanni Grisostomo. Nel 1687 Torelli aveva rinnovato il suo impegno coi Vendramin per altri dieci anni; i Grimani, preoccupati del costante successo del teatro rivale, convinsero o forzarono l’impresario ad accettare l’invito dei Farnese a trasferirsi alla corte di Parma e a cedere loro in subaffitto il contratto coi Vendramin più la proprietà di alcuni palchi di sua pertinenza al San Salvador. Si trattò ovviamente di un’ingerenza al di là dei limiti della legalità che non poteva lasciare indifferente la famiglia Vendramin. Infatti, dopo la morte di Andrea nel 1685, Zanetta e i figli Alvise, Francesco, Andrea e Antonio ricorsero in tribunale, vinsero la causa e nel 1689 ripresero la conduzione del teatro.
La rivalità fra le due famiglie proprietarie di teatri veneziani s’interruppe all’alba del XVIII secolo: nel 1703, per la prima volta nella loro storia teatrale, vennero a patti e firmarono un contratto che regolava, per cinque anni, l’attività comica dei teatri San Samuele e San Salvador (che da questo periodo compare sempre più frequentemente nei documenti con il nome San Luca). Al termine di tale accordo il contratto non fu rinnovato.
Antonio e Francesco Vendramin, succeduti ad Alvise, continuarono autonomamente la conduzione fino ad approdare alla stagione 1752-1753, decisiva per via dell’ingaggio di Carlo Goldoni al teatro San Luca. (1)
(1) https://www.teatrostabileveneto.it/sedi/goldoni/
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