La lapide ai Caduti della I Guerra Mondiale, nel muro esterno della Chiesa di Sant’Eufemia, alla Giudecca

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1920
La lapide ai Caduti della I Guerra Mondiale, nel muro esterno della Chiesa di Sant'Eufemia, alla Giudecca

La lapide ai Caduti della I Guerra Mondiale, nel muro esterno della Chiesa di Sant’Eufemia, alla Giudecca

La lapide ai caduti, fu collocata alla Giudecca fin dall’agosto 1919, per merito di un allora fiorente Comitato per gli interessi dell’isola, alla cui iniziativa aveva risposto tutta la popolazione, con slancio d’affetto, per i suoi eroi morti sul campo dell’onore.

Un resoconto stampato su un settimanale cattolico ci da i particolari della bella cerimonia. Dapprima furano celebrale solenni esequie, nella parrocchiale di Sant’Eufemia, da don Mason, presenti le autorità cittadine, fra cui il sindaco conte Grimani, il cav. Quarelli per il Prefetto, il capitano di fregata Arese per il comando del dipartimento il maggiore cav. Erba per il comando del presidio, il comm. Milan degli Algarotti, in rappresentanza del comm. Stucky ecc. Presso il tumulo rendeva servizio d’onore una compagnia d’artiglieria. Vicino al sarcofago, in apposite banche, assistevano i parenti dei caduti: la Chiesa era piena di popolo commosso.

La cerimonia fu pure semplice e solenne. Quando cadde la tela che copriva il bel lavoro dell’architetto Narduzzi, tutti i presenti si irrigidirono sull’attenti, mentre venivano fissale le due belle corone, offerte in omaggio dalla Società fra pescatori e dalla Società esercenti.

Pronunciò un vibrante discorso il presidente del Comitato prof cav. Tommaso Zanardi, il quale ricordò l’opera dei caduti, generosamente sacrificatisi per la grandezza e la difesa della patria, e ricordò insieme quanto aveva fatto il comitato, a favore dei fratelli combattenti al fronte, e delle loro famiglie.

Lesse, infine, a titolo d’onore, i nomi dei fratelli morti, e di taluno di essi illustrò la fine gloriosa, come si aveva avuto modo di conoscere nei comunicati ed in relazioni ufficiali. Ecco i nomi di questi valorosi, cap. A. Battistella, C. De Stefani, A. Ardit, R. Bertuzzi, D. Padovan, N. Urbani, C. Rossi, F. Morchiori, dott. L. Andreuzzi, B. Bosco, P. Merelli, G. Vianello, C. Padella, L. Faneco, G. Andriollo, A. G. Faggian, G. Bacci, G. Serena, F. Agnoletto, P. Meggioranza, A. Minello, G. Rosso, G. Valentini, L. Scarpa, N. Lanza, G. Puppato, V. Borin, L. Zanon, G. Vianello, G. B. Della Lucia, A. Seibezzi, C. Zamattio, L. Lanza, G. Zanco, A. Scarpa, U. Scarpa. Il Merelli (nota interessante e pietosa) fu il pruno morto della grande guerra appartenente al Comune di Venezia.

La lapide, opera egregia, come ho detto, dell’architetto Narduzzi, era stata eseguita nello stabilimento dei fratelli Zennaro di Venezia.

Il Comitato Interessi dell’Isola, alla cui azione coordinava la sua attività un Segretariato del popolo, continuò a funzionare fino al 1922, ed in tutto il periodo della sua durata, esplicò opera utile, richiamando l’attenzione delle autorità sui bisogni dell’isola dimenticata. In pari tempo provvedeva alla beneficenza, e sbrigava le pratiche, allora numerosissime, per le pensioni a mutilati, a vedove e ad orfani, per danni di guerra ecc. Ci si dice che il Segretariato della Giudecca abbia sbrigato oltre 10 mila pratiche. Ricordo, a titolo d’onore, il nome di taluno dei membri della presidenza, che in quel tempo si prestavano gratuitamente a vantaggio dei loro concittadini: prof. T. Zanardi. sigg. Dal Maschio, Penzo, Scarpa, Grandesso, Checchin, Brazzetti, Zorzetto ed in particolar modo il sig. Gobbi. (1)

Testo inciso nella targa:

MORTVIS ADHVC IN NOS VIVENTIBVS
CON MEMORE AFFETVOSA RICONOSCENZA
PROMOTORE IL COMITATO INTERESSI
I NOMI DEI PRODI CADVTI NELLA GRANDE GVERRA
IL POPOLO DELL’ISOLA
QVI VOLLE SCOLPITI
AD VNIVERSALE AMMIRAZIONE AD ESEMPIO PERENNE

(seguono i nomi dei caduti)

(1) SICINIO BONFANTI. La Giudecca. Nella storia, nell’arte, nella vita. (Libreria Emiliana Editrice, Venezia Luglio 1930 VIII)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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