Il Giardino di Villa Hèriot, alle Zitelle

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Giardino di Villa Hèriot, alle Zitelle - Giudecca

Il Giardino di Villa Hèriot, alle Zitelle

La storia di villa Hériot si lega a quella della rinascita della Giudecca come area industriale cittadina, quando ancora Marghera non era stata ‘inventata’. Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento nell’isola s’insediarono realtà produttive molto importanti come le fabbriche degli orologi e dei congegni di precisione Junghans, o quelle tessili degli Herion e di Mariano Fortuny, ma soprattutto trovò posto il Molino Stucky che con le sue moderne forme neogotiche anseatiche rappresenta uno dei più importanti esempi di prima architettura industriale.

Nella Belle époque veneziana che precedette i disastri della Grande guerra, possedere una dimora con giardino alla Giudecca era considerato un vero status symbol e così aristocratici e facoltosi stranieri, che trascorrevano parte dell’anno a Venezia animandone la vita mondana, acquisirono delle proprietà anche nell’isola. Nel 1926 Madame Hériot acquistò alla Giudecca il terreno su cui tra 1928 e 1929 sorgerà la sua villa in stile ecclettico veneto-bizantino. Per progettarla si avvalsero del gusto e della creatività di Raffaele Mainella il quale, tuttavia, non essendo architetto, collaborò in fase costruttiva con l’ingegnere Radaelli e il geometra Merlo capaci di conciliare gli aspetti funzionali con quelli estetici proposti nel suo progetto. L’insieme, evidentemente, doveva rispondere al sogno dei committenti di creare anche in questo angolo di laguna una dimora signorile che la identificasse con distinzione e ricchezza e le permettesse di godere di tutte le comodità e le raffinatezze della vita moderna, come evidenzia la distribuzione interna degli ambienti che non presenta analogie con l’architettura locale e sembra invece essere il riflesso di intenti monumentali e formali propri dell’architettura degli inizi del XX secolo. (1)

Ma a Venezia le rose possono essere anche celebrative. Come il bòcolo, il bocciolo di rosa rossa che secondo la tradizione ogni veneziano dona alla propria amata il 25 aprile, festa nazionale della Liberazione ma anche giornata dedicata a San Marco protettore della città.

Ricordano le donne della Resistenza quelle piantate all’isola della Giudecca nel Giardino della Memoria di Villa Hériot. Rose che parlano di donne libere e coraggiose: le gialle ‘Proust’, amate dall’antifascista veneziana Franca Trentin, le rosse ‘Bella Ciao’ per le non combattenti della esistenza “taciuta” e le rosate ‘Résurrect ion’ da Ravensbruck in ricordo delle deportate venete.

Accanto a queste, un’altra pianta recentemente è stata piantata: è un alberello di rose bianche che Iveser ha voluto dedicare a Valeria Solesin, la studentessa veneziana della Sorbona, unica vittima italiana degli attentati jihadisti del 13 novembre a Parigi. E ancora una volta è stata scelta una rosa, il segno di un sentimento profondo e commosso, un inno alla bellezza e all’amore.

Accarezzata dalle brezze della laguna, di fronte a quell’acqua che unisce tutti i popoli e i loro fiori. (2)

(1) http://new.univarte.it/villa-heriot-la-nostra-bella-sede/

(2) http://www.veneziaunica.it/sites/

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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