La Campana dei falliti, o Campana drio (dietro) Nona

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Calle Zambelli a San Giacomo de l'Orio. Sestiere di Santa Croce

La Campana dei falliti, o Campana drio (dietro) Nona 

La vita veneziana era si può dire regolata dalle campane di San Marco. Al suono della Trottera si raccoglieva il Maggior Consiglio, a quello della Marangona si cominciava e si finivano i lavori della giornata si annunciavano i grandi avvenimenti con tutte le campane, si eseguivano le sentenze capitali al suono della campana del Maleficio, e fra tanto scampanio c’era anche la “campana dei falliti” o “campana drio Nona” che suonava per mezz’ora dopo il mezzogiorno. In quella mezz’ora i falliti, che dovevano rimanere a casa per tutto il tempo del concordato, potevano uscire senza esser molestati dai creditori, ma guai a star fuori dopo cessato il suono specialmente per i piccoli falliti ai quali non era mai concesso il salvacondotto per uscire.

Così questo fu negato nel 1499 a “maistro Lorenzo Zambelli di San Giacomo dall’Orio qual havea botega de drapi a Rialto“, e il povero mercante, fallito per appena tremila ducati (seicento dei quali aveva perduti nel fallimento del Banco Garzoni) doveva starsene chiuso in casa per ventitrè ore e mezza, mentre Andrea Garzonidel Banco“, fallito per duecentomila ducati, avendo ottenuto il salvacondotto, poteva liberamente andersene per la città.

Il 15 maggio 1499, a mezzogiorno, quando comiciò a suonare la campana dei falliti, Lorenzo Zambelli usciva di casa pieno di rabbia per quell’ingiustizia e si avviava per fare alcune spese allorché incontro a San Polo sier Andrea Garzoni. Lo Zambelli con la rabbia nel cuore si rivolse al patrizio e gli gridò. “El salvo conduto l’è bon per i lari (ladri), pagheme li seicento ducati!“, ma l’altro con fare sprezzante gli rispose. “Andè da li Sopraconsoli ne la mezora che havrè de libertà” e rise. Zambelli non ci vide più e gridandogli: “Laro, laro de malla fama“, lo tempestò di pugni. La gente fece circolo parteggiando per “maistroLorenzo, quando, la campana dei falliti accennando a tacere, la baruffa cessava dovendo lo Zambelli rientrare in casa.

Andrea Garzoni sporse querela al Consiglio dei Dieci, ma sier Michele Loredan, capo dei Dieci, non la volle accettare: “L’è afar vostro sier Garzoni, seicento ducati l’ha da haver maistro Lorenzo et vu pagheli. La terra fa gran mormoration di questi salvo conduti et have rason perché multi hanno voludo falir con li danari d’altri“.

Dopo due giorni fu tolto al Garzoni il salvacondotto e anche sier Andrea ebbe la sua mezz’ora di libertà solo durante la campana dei falliti. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. Il Gazzettino. 6 gennaio 1927

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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